Scuro Chiaro

Si parla tanto di nuove tecnologie e nuovi media, ma spesso non ci rendiamo conto che si tratta di cose del presente più che del futuro. Ci sono innovazioni chiave che stanno influenzando in modo incisivo già oggi il modo in cui impariamo e lavoriamo. Una di queste è l’intelligenza artificiale, e iniziamo la nostra panoramica proprio da qui.

Intelligenza artificiale e ambienti di lavoro

Nel mondo del lavoro, l’intelligenza artificiale sta già contribuendo a rendere il processo di assunzione più efficiente. Un domani non così lontano, gli strumenti emergenti di IA offriranno in modo sempre più diffuso check-in robotizzati e aiuti comportamentali per le persone che si sentono inoccupate, o prive di motivazione. Alcuni paesi sono già al lavoro sul tema. I datori di lavoro australiani, ad esempio, stanno aumentando l’investimento sull’intelligenza artificiale: l’89% delle grandi imprese leader, nel 2017, hanno dichiarato di utilizzare in qualche modo l’intelligenza artificiale, rispetto al 65% dell’anno precedente.

Applicando l’IA al marketing, si potrebbero generare 2,7 trilioni di dollari nei prossimi 20 anni. Il reclutamento è solo uno dei settori dove queste tecnologie sono state applicate. Prendiamo HireVue: semplifica il processo di assunzione combinando video, intelligenza artificiale e sfide basate sul gioco, rendendo più semplice, per i candidati, dimostrare il loro potenziale.

Oltre alla problematica delle assunzioni, anche il miglioramento degli indici di fidelizzazione è stato citato come prioritario per l’87% dei leader delle risorse umane – anche perché, a livello globale, ben l’85% dei dipendenti non si sente coinvolto al lavoro. Ma questa disparità tra le priorità di un’azienda e la realtà della vita da dipendente potrebbe diminuire proprio attraverso l’applicazione dell’IA. Attuned, società con sede a Tokyo, utilizza l’organizzazione psicologia e di apprendimento automatico per individuare i valori che motivano le persone, consentendo così ai datori di lavoro di creare ambienti più coinvolgenti.

Anche le routine quotidiane delle persone vengono trasformate dall’AI. Individuando le aree in cui i cambiamenti comportamentali potrebbero aumentare la felicità di una persona all’interno dell’azienda, i suggerimenti comportamentali automatizzati di Humu affrontano il malcontento dei dipendenti. Il sistema invia messaggi e mail direttamente ai lavoratori, scrivendogli qualunque cosa li possa incoraggiare, come ad esempio aiutare a ringraziare un collega che ha fatto un buon lavoro, oppure incoraggiandoli a intervenire di più durante le riunioni. Rendere felici le persone attraverso comportamenti guidati da una spinta può ripagare i datori di lavoro: alti livelli di coinvolgimento dei dipendenti raggiungono una produttività del +17%, una redditività del +21% e un assenteismo inferiore al 41%.

Tecnologia ed educazione per le Generazioni Y e Z

La Generazione Z, cresciuta nell’era dell’informazione a portata di clic, sta sfruttando le risorse online per ampliare sempre di più la propria conoscenza, attraverso la partecipazione a gruppo studio, corsi online e classi virtuali. I preferiti sono i MOOC – Massive Open Online Courses, i corsi online aperti su larga scala, così come le sessioni di Study with Me su Youtube più amatoriali.

Dietro a questo successo, c’è la possibilità per i più giovani di connettersi con altri studenti e sentirsi parte di una comunità senza avere a che fare con distrazioni e competizioni che possono minare lo studio. Tra l’altro, c’è da sottolineare che i format di educazione online sono anche particolarmente utili per tutti coloro che vivono circostanze di isolamento dagli altri, per disabilità, impegni familiari o obblighi di lavoro.

Per quello che riguada la Generazione Y, i Millennial, si tratta di prendere in considerazione le piattaforme per integrare le competenze professionali già esistenti. All’estero, i portali di micro-apprendimento come Ed e 2U stanno offrendo corsi online su misura rispetto a capacità e impegni di tempo personali. Le lingue straniere sono un’area molto gettonata. L’app di realtà virtuale Mondly, ad esempio, sta rendendo il processo di apprendimento di una lingua più divertente e meno ostile.

Benessere psicofisico sul posto di lavoro

A volte il lavoro può minare la salute, soprattutto quando non riusciamo più a dare il giusto equilibrio tra impegni e vita privata. Una volta erano i calcio balilla e i sofà a rendere più confortevole il posto di lavoro, ma oggi sembra non bastare più. Alcune realtà stanno affrontando il problema introducendo iniziative di yoga e meditazione, che hanno dimostrato di aumentare la motivazione, la produttività e ridurre di conseguenza i costi aziendali. Oltre due terzi dei lavoratori afferma che i programmi di benessere sul posto di lavoro influenzano la loro performance. Ne avevamo parlato anche noi tempo fa qui.

In India, le aziende stanno collaborando con il servizio di trasporto Routematic per ottimizzare gli spostamenti dei propri dipendenti in base ai tempi dei turni. A Singapore, invece, dove la settimana lavorativa media dura 45 ore, con conseguenti diete malsane e mancanza di attività fisica sta prendendo piede l’inserimento di Smartfuture, che utilizza tecnologie di tracciamento per verificare le metriche di salute dei dipendenti e fornire consigli personalizzati sul loro benessere.

Certo, la tecnologia da sola non può creare un ambiente di lavoro più sano e felice; perché poco riesce a fare per il momento sul miglioramento dell’interazione umana, sullo sviluppo personale e sulla capacità di equilibrare il proprio tempo. Le persone iniziano a chiedersi se sia possibile fare qualcosa in più oltre il team building, gli open space e le birre dopo lavoro; a chiedersi se ha ancora senso lavorare in ufficio. In particolare, la Generazione Y sta meditando su nuovi concetti di vita lavorativa, che può essere integrata anche con attività da remoto.

Libertà di massimizzare il potenziale

Man mano che il numero di freelance aumenta, anche nel nostro Paese, cresce il numero di spazi di co-working che permettono ai liberi professionisti di uscire dai confini degli uffici domestici e di lavorare a fianco di persone affini, in ambienti aperti e collaborativi. Le sedi dedicate alla collaborazione sono aumentate da 436 nel 2010 a 14.411 nel 2017, alimentate in parte dal colosso WeWork.

Parallelamente, le aziende vogliono incorporare il modello dei freelance per aiutare a promuovere la produttività. Ad esempio, il gigante francese delle telecomunicazioni, Orange, ha aperto la strada al movimento del corpworking con una sede in cui sviluppatori e programmatori potevano interagire con i clienti e altri dipendenti delle startup per capire come progettare meglio il loro software.

Oltre a incoraggiare la creatività frutto dalla vita indipendente, grandi aziende come Haier stanno incoraggiando i loro dipendenti a tempo pieno e a contratto a tempo inderteminato a operare come imprenditori. Dopo essere diventato uno dei leader globali nella produzione di elettrodomestici, Haier si è infatti allontanato dal sistema geerarchico interno e ha suddiviso la società in 3.000 “microimprese” che fungono da startup, con dipendenti che oggi sono a tutti gli effetti “microimprenditori”. Una bella sfida, da monitorare.