Eleonora Numico è una giovane e brillante reporter nata a Cuneo e neodiplomata alla Scuola Holden di Torino. Appena 20 anni, e un progetto di fine biennio durato cinque mesi che l’ha portata a indagare sul mercato della prostituzione in Italia, che si stima interessare tra i 3 e i 9 milioni clienti. Numeri enormi, che trovano un’identità nella ricerca di Eleonora, che racconta l’accuratezza con cui gli uomini scelgono le escort da contattare online – su piattaforme come Escort Advisor – e la ritualità con cui si lavano prima e dopo un appuntamento. Una pulizia, fisica e morale, che unisce tutti i clienti.
Il tuo progetto Sesso Pulito indaga sulle storie che compongono la domanda del mercato della prostituzione. Come ti sei avvicinata inizialmente a questo argomento, quali sono stati i primi stimoli?
Nell’agosto 2017 ho fatto un viaggio a Pozzallo, il porto più a sud della Sicilia, per vedere con i miei occhi la realtà degli sbarchi e della prima accoglienza e i volti di quegli immigrati di cui si parlava tanto. Ho visto scendere dall’Aquarius, la nave di SOS Méditerranée e Medici senza frontiere che fino a poco fa si occupava delle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, decine di ragazze nigeriane che avevano più o meno la mia età. Le operatrici dell’OIM che lavoravano al porto raccontavano che l’80% delle donne provenienti dalla Nigeria che arrivano sulle coste italiane sono destinate alla tratta e che, a partire dal 2015, la loro età media si è drasticamente abbassata perché “il mercato della prostituzione richiede ragazze sempre più giovani”. Seduta sull’asfalto bollente davanti all’Aquarius mi sono chiesta chi fossero gli uomini che determinavano la domanda di quel “mercato”.
A ottobre del 2018 ho iniziato a cercare di contattarli e ho scoperto che sul web ci sono siti, piattaforme, forum, chat dedicate interamente ai clienti della prostituzione. Su queste pagine internet gli uomini posso facilmente trovare le escort, confrontarsi con altri clienti e recensire gli incontri che hanno avuto.
Con la tua ricerca, hai individuato il filo rosso della pulizia, fisica e morale dei clienti. Ci sono altri fili invisibili e secondari che in qualche modo li collegano, altre tematiche rilevanti?
Gli uomini che ho intervistato sono molto diversi tra di loro: vanno dai 26 ai 60 anni, alcuni di loro lavorano come operai altri sono dirigenti d’azienda, alcuni hanno una famiglia altri sono single da molti anni. Oltre all’attenzione, quasi ossessiva, per la pulizia, ho intravisto in molti di loro il tentativo di colmare un vuoto, di rispondere a necessità. Per alcuni è un bisogno solamente fisico, è l’unica possibilità di soddisfare il desiderio di avere un rapporto sessuale con una donna, perché non ne hanno più con la moglie o perché quelli che hanno con la compagna non sono sufficienti. Per altri è una necessità non solo fisica ma anche relazionale, che li spinge a cercare oltre al sesso anche la compagnia di una donna. Un caffè prima di uscire dall’appartamento, una confessione fatta sul letto ancora umido per il sudore, un abbraccio dopo aver incontrato la stessa escort decine di volte: sono questi gesti di attenzione e di cura che a volte cercano i clienti.
Tra i volti del tuo reportage, trasformati poi in disegno, quale più ti ha colpito, e perché? Che cosa hai trovato e non ti aspettavi di trovare?
Un uomo di 30 anni, di Como, che su internet si fa chiamare Disperso89. Quando gli ho chiesto di rappresentarmi graficamente come si sentiva quando aveva un rapporto con una escort mi ha mandato un disegno di due uomini, uno senza un braccio e l’altro senza una gamba.
Nel testo della mail nella quale mi ha allegato il disegno ha aggiunto che avrebbe anche potuto disegnarmi una casa senza tetto. Mi ha spiegato che ogni volta che esce dall’appartamento di una escort si sente come un uomo a cui manca e mancherà sempre qualcosa. Mi ha stupito la sua sincerità, il suo ammettere un dolore profondo a una persona che non aveva mai visto e che non conosceva affatto. Non tutte le persone che ho intervistato si sentono mancanti sotto qualche aspetto, ma di tutti mi ha colpito l’umanità disarmante e la complessità delle loro storie che si nascondono dietro la loro etichetta di “clienti di escort”.
Hai raccolto in un dizionario il linguaggio in codice di queste persone. Qual è stato il tuo metodo di indagine al riguardo? Quanto ha inciso il processo deduttivo?
Per fare le interviste mi sono iscritta a diversi siti di prostituzione, quello che ho utilizzato di più si chiama Escort Advisor e permette agli utenti di recensire gli incontri avuti con le escort.
Leggevo queste recensioni e poi contattavo gli uomini che le avevano scritte. Quasi sempre c’erano sigle e parole di cui non riuscivo a capire il significato. Più tempo trascorrevo sulla piattaforma e più mi accorgevo che tutti i clienti utilizzavano un linguaggio in codice per indicare i diversi momenti di un rapporto sessuale.
Ho letto centinaia di recensioni e, in base al contesto in cui venivano inserite, ho iniziato a capire cosa significassero alcune di queste sigle. Rimanevano però dei nomi che non riuscivo ad associare a niente. Ad esempio, spesso i clienti parlavano di Rai1 e Rai2 ed era chiaro che non intendessero i canali satellitari. Ho chiesto ad alcuni degli uomini che stavo intervistando cosa significassero quelle due parole e mi hanno spiegato che Rai1 indica il primo canale, cioè quello vaginale, mentre Rai2 il secondo, quello anale. Grazie al confronto con loro ho potuto arricchire il mio “dizionario” e capire il modo con cui si esprimevano e con cui parlavano tra di loro.
Ci sono aspetti significativi emersi dalle interviste che non emergevano dalla sola osservazione?
Se si leggono le recensioni su Escort Advisor emerge l’immagine cruda di un mercato del sesso, in cui a ogni momento del rapporto sessuale e umano con la escort corrisponde una sigla e un prezzo. È una macchina messa in piedi per soddisfare un bisogno nel modo più asettico e privo di conseguenze possibile. Sul sito viene garantita la privacy e il totale anonimato degli utenti e nella vita reale lo scambio di denaro erige una barriera tra il cliente e la donna, evitando il rischio di essere coinvolti oltre i limiti orari di un appuntamento.
Dalle interviste, invece, emerge anche la sfera umana degli uomini: la loro ansia ogni volta che devono suonare al campanello di una escort, la paura di essere giudicati, l’affetto che incontro dopo incontro si sviluppa nei confronti delle ragazze, l’impossibilità di essere totalmente asettici e apatici in questi rapporti, nonostante siano a pagamento.