Navigare verso il futuro è come inoltrarsi in un fitto bosco durante una notte senza luna, armati soltanto di una torcia. Di fronte a noi, si aprono sentieri di vario genere: alcuni sono larghi, battuti e privi di ostacoli evidenti; altri sono stretti, irregolari, pieni di rocce e radici che minacciano di farci inciampare. Alcuni percorsi appaiono chiaramente più sicuri e agevoli, mentre altri sembrano inaffrontabili o persino illogici. Tuttavia, la torcia che portiamo con noi ha il potere di rivelare dettagli nascosti, che altrimenti sfuggirebbero al nostro sguardo. La sua luce può mostrarci non solo il percorso più ovvio, ma anche alternative che si celano nell’oscurità: l’ingresso di una grotta, un ponticello coperto da rampicanti, o magari una zattera abbandonata sulle rive di un piccolo lago. La torcia, in questo senso, diventa un prezioso alleato, consentendoci di concentrare la nostra attenzione su particolari che potremmo ignorare, e offrendoci la possibilità di scoprire soluzioni o strade inaspettate.
Quando si tratta di orientarsi tra i molti scenari che il futuro ci prospetta, i Futures Studies offrono uno strumento utile: i cosiddetti “Futures Cones”, conosciuti in italiano come coni del futuro o coni di plausibilità. Questi modelli aiutano a visualizzare e categorizzare i futuri possibili, immaginando il ventaglio di opzioni e potenzialità che potrebbero dispiegarsi davanti a noi.
Uno dei contributi più noti a questa disciplina è quello del professore australiano Joseph Voros, che da oltre vent’anni si dedica allo studio dell’intelligenza sul futuro e della previsione strategica. Fisico di formazione e futurologo, Voros è membro della World Futures Studies Federation e ha giocato un ruolo chiave nello sviluppo del concetto di “cono di plausibilità”. Questo modello non è nato dal nulla: Voros ha ripreso e ampliato precedenti teorie sviluppate negli anni Novanta da altri studiosi, come Trevor Hancock e Clement Bezold, i quali si sono occupati della tassonomia dei futuri potenziali, cercando di classificare e comprendere le molteplici possibilità che attendono il genere umano.
Immagine tratta dal volume Raccontare il futuro
(ed. Corriere della Sera, 2024)
Il lavoro di Voros si fonda su un’idea chiave: il futuro non è un’unica realtà predeterminata, ma un insieme di possibilità, alcune più probabili di altre. Il cono di plausibilità, infatti, illustra in maniera visiva la differenza tra futuri probabili, possibili e preferibili. Più ci allontaniamo dal presente, più le possibilità si ramificano e si ampliano, proprio come i sentieri che ci troviamo a percorrere nel bosco. Alcuni di questi sentieri ci sembreranno più familiari, perché costruiti su tendenze attuali o su proiezioni razionali; altri, invece, saranno più difficili da prevedere, e richiederanno una maggiore apertura mentale e capacità di immaginazione.
Come si legge il cono di plausibilità
Immaginate di trovarvi seduti su un masso, in riva al mare. È il vostro presente, il punto di partenza da cui osservate e riflettete sui futuri che vi attendono. Davanti a voi si apre un cono, la cui punta più stretta a sinistra rappresenta esattamente il momento attuale, mentre la base allargata, a destra, simboleggia l’insieme di tutti i futuri possibili. Questo cono è lo strumento attraverso cui possiamo orientarci nel tempo che verrà, distinguendo tra ciò che è probabile, ciò che è preferibile, e ciò che è plausibile.
Al centro del cono si trova un percorso più stretto, il cono del futuro più probabile. Immaginate ora di puntare la torcia su questo percorso centrale, quello che parte dalla punta del presente e si allarga leggermente man mano che avanza. State illuminando ciò che, in base alle informazioni e tendenze attuali, ha la maggiore probabilità di realizzarsi. Ad esempio, potreste vedere davanti a voi un mondo in cui ci sono sempre meno lettori di quotidiani cartacei, una tendenza che, al momento, sembra quasi inevitabile.
Ora provate a spostare il fascio di luce leggermente più in basso, verso un’altra direzione all’interno del cono. Qui state illuminando il futuro preferibile, ovvero quello che, tra le varie possibilità, desidereresti che si concretizzasse. Potreste immaginare, per esempio, che le persone tornino a frequentare le edicole con regolarità, riscoprendo il piacere del quotidiano stampato, oppure che la società abbracci pienamente l’informazione digitale, a seconda di quali valori o aspettative tu o altri condividete. Questo è il futuro che sognate, quello che sperate si realizzi, anche se non è detto che coincida con il futuro più probabile.
Ed è proprio in questo punto che emerge una distinzione importante: ciò che è probabile e ciò che è preferibile non sempre coincidono. Tuttavia, entrambi appartengono a un insieme più ampio: quello del futuro plausibile, ovvero ciò che è logicamente accettabile, che potrebbe accadere senza violare le leggi della realtà o della ragione. Questi futuri plausibili sono il ventaglio di possibilità entro cui ci muoviamo, che possiamo esplorare con la nostra “torcia”, consapevoli che alcuni scenari saranno più probabili, altri più desiderabili, ma tutti, in una certa misura, possibili.
Cosa può scompigliare il cono
Ma non finisce qui. Infatti, nei suoi scritti, Joseph Voros ci invita a considerare l’esistenza delle “Wild Cards”, le cosiddette carte jolly, che rappresentano eventi al di fuori del regno dei futuri più probabili, ma che, se dovessero accadere, avrebbero un impatto straordinariamente elevato. Un esempio estremo potrebbe essere la collisione di un asteroide o di una cometa con la Terra, eventi rari ma potenzialmente catastrofici. Tuttavia, esempi più vicini e concreti non mancano: l’emergenza sanitaria globale causata dal Covid-19 o lo scoppio della guerra in Ucraina. Entrambi sono eventi a bassa probabilità che hanno radicalmente alterato le dinamiche globali, dimostrando quanto le Wild Cards possano stravolgere il corso degli eventi.
Lo stesso ragionamento si può applicare alla nostra quotidianità. Per quanto improbabile possa sembrare, immaginate che Brad Pitt suoni alla vostra porta per chiedervi dello zucchero, oppure che apriate un giornale e troviate il vostro nome in prima pagina. O, ancora, che un coccodrillo spunti da sotto il vostro letto. Questi eventi, seppur assurdi e lontani dalla normalità, avrebbero un impatto enorme sulla vostra giornata e sulle vostre emozioni. Per quanto bizzarri, secondo le leggi della fisica nulla di tutto ciò è tecnicamente impossibile. Tuttavia, è chiaro che, a meno che voi non viviate a Hollywood, abbiate commesso un crimine eclatante o stiate trascorrendo una vacanza nella giungla, le probabilità che accadano sono praticamente trascurabili, se non inesistenti.
Cosa c’entrano i cigni neri
A questo proposito, il matematico e filosofo Nassim Nicholas Taleb ha dedicato ampi studi al concetto di probabilità e casualità, concentrandosi sull’imprevedibilità della sorte. Ha coniato il termine “cigno nero” per descrivere quegli eventi rari e imprevisti che, una volta accaduti, vengono spesso razionalizzati come se fossero stati prevedibili. La metafora del cigno nero nasce dal fatto che fino al 1697 si pensava che tutti i cigni fossero bianchi, fino a quando non ne furono scoperti di neri in Australia, sovvertendo una convinzione data per certa.
I cigni neri, quindi, sono eventi che sfuggono a ogni previsione, ma che a posteriori tendiamo a considerare inevitabili. Non sono necessariamente negativi, anche se molti esempi lo sono: l’attentato alle Torri Gemelle del 2001 o la crisi finanziaria del 2007-2008. Tuttavia, possono avere anche conseguenze positive, come l’avvento e la diffusione di Internet, che ha trasformato radicalmente il mondo. Anche nella nostra vita personale, i cigni neri si presentano costantemente: possono essere imprevisti, ritardi, scoperte inaspettate, incidenti o incontri fortuiti che non avremmo mai potuto anticipare, ma che sono in grado di deviare il corso della nostra esistenza in modi a volte sottili, altre volte radicali. Questi eventi inattesi ci mostrano quanto siamo vulnerabili all’imprevedibilità e quanto, spesso, non siamo preparati ad accoglierli o gestirli.