Scuro Chiaro

Il concetto di “meme” è stato descritto per la prima volta dall’evoluzionista Richard Dawkins nel suo celebre libro Il Gene Egoista, pubblicato in Italia tra gli Oscar Mondadori. Secondo Dawkins, un meme è l’equivalente culturale di un gene: una sorta di informazione che si autoreplica e si diffonde, reagendo ai cambiamenti sociali, etici, biologici o ambientali che potrebbero influenzarne la sopravvivenza. L’etimologia della parola meme ha radici greche, derivando dal termine “mimema”, che significa “imitare” o “mimare”. È interessante notare che il termine ricorda anche la parola francese “même”, che significa “stesso”, una componente essenziale per comprendere come un meme funzioni: replicarsi, ripetere sé stesso in nuovi contesti.

Dawkins propone una definizione ben più ampia di meme, in realtà. Quest’ultimo può essere una melodia, un’idea, uno slogan, un tipo di abbigliamento, una moda, o persino un metodo per costruire un arco o modellare un vaso. Altri studiosi, come il filosofo Daniel Dennett e la psicologa Susan Blackmore, hanno ampliato e adattato questa visione. Dennett descrive i meme come “pacchetti di informazione con un’attitudine”, insinuando che questi abbiano una propria agenda nel modo in cui si diffondono. Blackmore, invece, li vede come “informazioni copiate con variazioni e selezioni”, portando il concetto ancora più vicino ai meccanismi darwiniani di evoluzione.

Come i geni si propagano nel pool genico attraverso la riproduzione sessuale, trasferendosi da un corpo all’altro tramite spermatozoi e ovuli, i meme si diffondono attraverso l’imitazione, un processo attraverso il quale un individuo copia un comportamento o una caratteristica osservata in un altro. Imitare comportamenti vantaggiosi, secondo Dawkins, è una strategia evolutiva fondamentale per la sopravvivenza sociale e culturale. Questo meccanismo ci permette di adattarci meglio al nostro ambiente sociale, di essere competitivi, di guadagnare status e, in ultima analisi, di aumentare le nostre possibilità di successo.

L’imitazione è alla base di una sorta di selezione culturale: gli individui che imitano con più successo hanno maggiori probabilità di elevarsi socialmente, e questo vantaggio si traduce in una maggiore diffusione dei geni che li rendono abili imitatori. In questo senso, il processo memetico è sorprendentemente simile alla selezione naturale proposta da Darwin, anche se i meme rimangono nel regno teorico, mentre la selezione naturale ha solide basi scientifiche. Nonostante la sua natura teorica, la memetica – lo studio della diffusione dei meme – ha ottenuto un riconoscimento crescente, specialmente con l’avvento di internet, dove i meme digitali giocano un ruolo sempre più importante nella trasmissione culturale.

E proprio come un meme, le migliori tendenze culturali si diffondono in modo simile a un’infezione virale. Pensiamo alla moda: acquistiamo una t-shirt di Barbie o un pezzo di arredamento moderno nordeuropeo, o ordiniamo toast con avocado, non solo perché ci piacciono, ma anche perché in un certo momento storico possedere questi oggetti ha conferito un certo valore sociale o culturale. Forse siamo stati i primi a essere visti indossarli, i primi ad avere una casa arredata in quel modo o i primi a consumare un piatto che ancora non era diventato il simbolo di una certa cultura ed estetica.

Nella stessa maniera, condividiamo meme, GIF o video virali su piattaforme come TikTok, Instagram, Twitter, WhatsApp, WeChat o Facebook perché ci fanno sentire parte di un gruppo, ci conferiscono un certo status, ci rendono diversi o ci fanno sembrare più influenti. Partecipiamo a questo scambio culturale per aumentare i nostri “like”, aumentare i nostri follower o dimostrare la nostra connettività sociale. Alcuni di noi lo fanno consapevolmente – blogger, influencer, YouTuber – mentre per altri è un processo quasi inconscio. Magari stiamo solo seguendo il flusso, postando quell’immagine del cibo o quel video del gatto senza renderci conto delle implicazioni culturali.

Ma i sociologi ci direbbero che non è così semplice. Secondo loro, siamo influenzati da una serie di forze invisibili e pressioni sociali che ci spingono a conformarci più di quanto vorremmo ammettere. Queste pressioni possono provenire da amici, familiari, media o persino da perfetti sconosciuti, e spesso si presentano sotto forma di meme mascherati da mode, opinioni o comportamenti accettati. Già negli anni Sessanta, il sociologo americano Everett M. Rogers aveva notato la presenza di queste forze sottili quando studiava il motivo per cui alcuni agricoltori adottavano innovazioni più velocemente di altri.

In sintesi, i meme sono diventati un meccanismo chiave per comprendere la diffusione delle tendenze, tanto online quanto nel mondo reale. Sono vettori culturali che viaggiano attraverso le nostre menti e le nostre società, infettando chiunque incontrino e rendendoci parte di un continuo processo di imitazione e adattamento. E, come virus, possono essere potenti, contagiosi e imprevedibili. In tutto questo, la qualità memetica di un contenuto, comportamento o fenomeno è strettamente correlata alla sua capacità di diventare un trend, poiché entrambi condividono meccanismi di diffusione e adattamento culturale.

Facilità di replicazione

Un contenuto con una forte qualità memetica è facile da comprendere, replicare e adattare. Più un fenomeno o contenuto può essere rapidamente assimilato e trasformato in nuove versioni, maggiore è la probabilità che diventi un trend. Ad esempio, un meme visivo o testuale che utilizza un linguaggio semplice o immagini iconiche è più probabile che venga ripreso, modificato e diffuso su larga scala. Lo stesso vale per un trend, come una moda o un gesto sociale: se è facile da adottare e replicare, ha maggiori probabilità di diffondersi.

Risonanza culturale

La qualità memetica è spesso legata alla capacità di un contenuto di riflettere o toccare temi rilevanti nel contesto culturale o sociale che viviamo. Un fenomeno che rispecchia valori, emozioni o idee di un periodo storico tende a diventare più “contagioso”. Per esempio, molti trend emergono da temi sociali, come la sostenibilità o l’inclusività, e lo stesso accade con i meme che esprimono idee o sentimenti condivisi da un vasto pubblico.

Capacità di evoluzione

La flessibilità di un meme, cioè la sua capacità di essere trasformato, è essenziale per la sua durata e diffusione. I contenuti che possono evolversi in base ai gusti, alle circostanze o alle sottoculture sono più propensi a diventare trend di lunga durata. Allo stesso modo, un trend che può essere adattato a diversi contesti (ad esempio, la moda sostenibile o l’estetica minimalista) ha una maggiore capacità di persistere e diffondersi.

Senso di appartenenza e status

I meme, come i trend, offrono un senso di appartenenza. Partecipare a una tendenza o condividere un meme implica una forma di riconoscimento sociale: si dimostra di essere aggiornati, rilevanti o parte di un gruppo specifico. Un contenuto con una forte qualità memetica può rapidamente trasformarsi in trend perché permette a chi lo condivide di sentirsi parte di un movimento collettivo, o di guadagnare status sociale tramite l’adozione precoce.

Interazione sociale

Infine, i contenuti con una qualità memetica forte tendono a incoraggiare la partecipazione attiva, come la condivisione, la modifica o l’interpretazione personale, favorendo così la diffusione virale. Un trend funziona allo stesso modo: quanto più le persone interagiscono con esso, lo adottano e lo rielaborano, tanto più diventa visibile e si radica nella cultura popolare.

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La qualità memetica, i trend e il futuro sono strettamente legati attraverso la loro capacità di plasmare e accelerare i cambiamenti culturali. I contenuti con una forte qualità memetica non solo si diffondono rapidamente, ma influenzano anche il modo in cui le persone interagiscono con idee, prodotti e stili di vita. Questo meccanismo è alla base di molti trend moderni, che non sono semplici mode passeggere, ma riflessi di dinamiche sociali più ampie. Nel futuro, questa capacità di diffusione e adattamento diventerà sempre più rilevante, specialmente in un mondo digitalizzato dove l’interazione tra persone e tecnologie accelera continuamente. Le tendenze memetiche non si limiteranno a influenzare l’intrattenimento o la moda, ma potranno avere un impatto significativo su campi come l’educazione, la politica o la sostenibilità, contribuendo a modellare le nuove direzioni culturali e sociali. Così, la qualità memetica non solo ci aiuta a comprendere il presente, ma è anche un indicatore chiave per prevedere come le idee e le tendenze evolveranno nel mondo di domani.

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