Siamo a fine anno, periodo in cui scatta la corsa di testate, siti ed esperti di ogni settore a pubblicare i loro imperdibili “trend per l’anno nuovo”. Benissimo, siamo tutti curiosi, ma potrebbe tornare utile capire prima bene cosa si intende per “trend” per non rischiare di liquidarli come “semplici previsioni”. E poi, come vedrete, non tutti i trend sono uguali.
Intanto, cambiamo punto di vista e pensiamoli come “forze del cambiamento”.
Già meglio no? E se vi anticipo che ne esistono anche di una tipologia che viene definita “mega”, la cosa diventa ancora più interessante non credete?
Ma torniamo seri per un attimo e diamo una definizione più accademica:
I trend, o tendenze, sono forze del cambiamento visibili e misurabili che ci forniscono dati certi su cui elaborare proiezioni attendibili del futuro. Dunque previsioni basate su modelli esistenti ottenuti da dati passati, e su descrizioni di fenomeni già in atto.
Nella disciplina dei Futures Studies (Studi sui Futuri), i trend sono un elemento molto importante e ben studiato tanto da essere suddivisi in tre categorie principali: megatrend, macro-trend o tendenze, micro-trend o trend emergenti. A questi si aggiungono poi i “segnali deboli” e le cosiddette “wild card”.
Doverosa premessa: seppure parliamo di definizione accademiche, tra gli addetti ai lavori si offrono diverse interpretazioni per cui non tutti concorderanno allo stesso modo su queste distinzioni che vi propongo e di cui la discussione è ancora in corso.
Caratteristiche dei megatrend
Partiamo dai megatrend, che sono trend con tre caratteristiche specifiche:
- un effetto su scala mondiale
- una dinamica di lungo periodo (decenni o anche più)
- una complessità multidimensionale, frutto dell’interazione con più fattori di cambiamento in più contesti
I megatrend influenzano la società a livello globale e con effetti di lungo termine. Sono dei sistemi complessi, che si sviluppano in un arco temporale piuttosto esteso e che riguardano diverse generazioni, le relative culture, abitudini, comportamenti e stili di vita.
Sono forze del cambiamento per lo più predicibili e indefettibili: sono in grado di riprendersi anche da eventi dirompenti. Ogni megatrend è il prodotto dell’interazione, della combinazione e dell’influenza reciproca di due o più contesti: Società, Tecnologia, Economia, Ecologia. Politica (indicati dall’acronimo STEEP).
Si tratta di forze predeterminate: l’unica cosa che si può fare è analizzare le conseguenze e adattarsi. Anche perché per modificare un megatrend occorre agire decenni prima, con ingenti risorse e senza garanzie di successo.
Per fare degli esempi, tra i più noti e comunemente considerati ci sono: demografia, sviluppo tecnologico, transizione digitale, crisi climatica, globalizzazione, urbanizzazione, consumo delle risorse, disuguaglianze, nuovi modelli economici, nuovi equilibri politici.
Se poi volete dei riferimenti storici, il termine nasce nel 1982 ad opera dell’allora cinquantenne consulente esperto di relazioni pubbliche John Naisbitt. Inventò il metodo dell’analisi dei megatrend mettendo in correlazione informazioni utili alle aziende, spesso prese dai giornali. Ci scrisse un libro e vendette 14 milioni di copie, diventando un ricercato e ben pagato guru a livello mondiale. Lui ne definì 10 di megatrend.
Ad oggi diverse realtà, istituzioni e gruppi di studio interdisciplinari, decidono, categorizzano e monitorano i megatrend in modo differente e libero. Spesso ne realizzano un report e ne condividono gratuitamente o a pagamento i risultati. A volte i megatrend sono definiti anche “Sfide globali” specialmente da organizzazioni mondiali. In questo senso, possiamo considerare megatrend anche gli ormai noti SDGs, i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu 2030.
L’importanza di “monitorare” i megatrend risiede nel fatto che risultano utili a identificare futuri probabili e preferibili e dunque possono essere usati per riflettere sul futuro in modo sistemico.
Un po’ di meno: macro-trend e fenomeni emergenti
Oltre ai megatrend, si possono identificare anche i macro-trend che vien da sé, sono un po’ più “piccoli”. Questi derivano direttamente dai cambiamenti generati dai megatrend e si inseriscono attivamente nella medesima direzione, rispettandoli ed evidenziandoli ma in ambiti geografici e tempi più ristretti. Per questo possiamo chiamarli anche semplicemente tendenze. Hanno ancora però il potere di modificare le abitudini di interi gruppi sociali.
Infine eccoci ai micro-trend o fenomeni emergenti: sono decisamente evidenti e rumorosi una volta manifestati. Sono attivi e veloci, della durata di qualche anno, si manifestano in aree geografiche o settoriali precise e impattano solo il contesto in cui si sono originate. Sono forze controintuitive, a volte anche molto contraddittorie, che evidenziano alcuni piccoli fenomeni emergenti, per cui hanno direzione precisa ma sviluppo incerto.
Proviamo ora con un esempio, premesso che come dicevamo, ognuno categorizza a suo modo. Se pensiamo al megatrend dell’urbanizzazione incessante che ha portato le persone negli ultimi decenni a spostarsi dalle campagne alle città, il macro-trend è la formazione delle megalopoli, mentre come fenomeno emergente ci sono i modelli alternativi di città come la Smart City e la “Città dei 15 minuti”.
Ricordatevi infine che alcuni trend faranno il “salto di categoria” per arrivare perfino ad essere i nuovi megatrend emergenti del futuro prossimo.
Per finire: segnali deboli, wild card e cigni neri
I segnali deboli sono “semi di cambiamento”, primi indicatori di un trend che inizia ad emergere. Sono così deboli che non possiamo dire se cresceranno in un trend solido, o moriranno, come capita di continuo. Non tutti sono in grado di vederli, e pochi li prendono (giustamente) sul serio, specialmente tra i decisori. Ma va bene così, scovarli ci rende pionieri, early adopter dei futuri.
Se invece parliamo di cambiamenti che vanno a “rompere” l’andamento delle cose, dobbiamo introdurre le wild card – carte jolly: eventi imprevedibili ma immaginabili e oggettivamente altamente improbabili. Sono eventi rari, irreversibili (cioè non cancellabili) il cui impatto è davvero elevato (ma questo si, potrebbe essere reversibile, a meno che ahimè non parliamo della nostra estinzione). Attenzione però, non è detto che la wild card sia per forza negativa! Per darvi un’idea efficace ma estrema: pensate all’arrivo degli alieni, che potrebbero annientarci o farci progredire oltre le nostre conoscenze.
Ok, immaginare le wild card richiede una certa capacità di ragionare out-of-the-box.
Quando si parla delle wild card emerge anche il tema dei “cigni neri” come li ha definiti Nassim Taleb, eventi che si considerano impossibili in un dato contesto e tempo, ma che alla luce di un allargamento dei nostri quadri d’analisi, sono a posteriori riconsiderati prevedibili. Vedi: pandemia Covid-19 o crisi economica dei subprime del 2008. Per approfondire il tema, questo altro articolo di BUNS sui cigni neri.
Dacci gli esempi!
Portarvi qui qualche esempio tra i tanti non mi sembra particolarmente utile, così quello che posso fare per voi che vi siete appassionati al tema è darvi direttamente i link a tre megatrend HUB realizzati da tre diversi soggetti per tipologia e obiettivi. Potete esplorare i loro megatrend e report, e per alcuni anche abbonarvi ai report aggiornati.
1. Partiamo con la Commissione Europea e il loro Competence Centre on Foresight che si occupa di monitorare 14 megatrend globali rilevanti per il futuro dell’Europa. Voilà.
2. Per l’Italia, vi segnaliamo il lavoro svolto dall’Italian Institute for the Future (IIF) la cui sezione sui megatrend ha una parte pubblica nel loro sito dove ne vengono raccontati ben 20. Ecco il link.
3. Degno di nota il lavoro della Dubai Future Foundation (DFF) che porta l’attenzione in particolare su nuove tecnologie e megatrend emergenti. Qui.
Vi cito solo, e lascio a voi cercarli, anche gli interessanti report del Copenhagen Institute for Futures Studies, think tank indipendente nato nel lontano 1969, e le “Sfide Globali” monitorate dal network mondiale Millenium Project.
Alla prossima e, grazie dell’attenzione!