Il cinema con i supereroi sta facendo parecchia fatica a imporsi, e gli incassi annuali di questo genere di film hanno subito un crollo significativo negli Stati Uniti e in Canada, passando dai circa 2,3 miliardi di dollari del 2022 a circa 1,3 miliardi nel 2023. Compici l’indifferenza crescente del pubblico e i problemi legali di alcune star di spicco, il futuro dell’universo narrativo Marvel e dell’intero genere è a rischio davanti alle nuove generazioni. Nonostante esistano alcune eccezioni, l’epoca d’oro del 2010 sembra ormai un lontano ricordo.
Questa crisi va ben oltre la semplice perdita di freschezza e originalità dei contenuti e riflette un cambiamento profondo nelle aspettative del pubblico, soprattutto per quanto riguarda i modelli di mascolinità. I supereroi che per decenni hanno incarnato ideali di forza fisica, autocontrollo emotivo e sessualità tradizionale, oggi appaiono sempre meno in sintonia con la Generazione Alpha e, in prospettiva, la prossima Generazione Beta.
Un caso emblematico è quello di Batman. Come osserva il critico Louis Staples su GQ, la saga sembra ormai essersi trasformata in “un’allegoria della crisi del maschio bianco eterosessuale.” Nei panni di Batman, Ben Affleck rappresenta quasi uno stereotipo di uomo maturo in crisi, intrappolato in un ciclo infinito di rinascita post-divorzio e tormento esistenziale. Non è forse un caso che, con il cambio di interprete, il personaggio sia passato a una versione “emo” e più giovane, affidata a Robert Pattinson, destinata a fare breccia nel pubblico della Generazione Z, che dimostra di preferire narrazioni di supereroi più oscure, complesse e cariche di risonanza emotiva?
Ma, nonostante i tentativi di aggiornare le narrazioni tradizionali dei supereroi, è innegabile che stia emergendo una forte attrazione per figure di protagonisti maschili più sensibili e vulnerabili, come può incarnare ad esempio Timothée Chalamet. Le voci conservatrici non mancano. Kevin Sorbo, per citarne una, ha definito questi nuovi eroi come rappresentanti di una “mascolinità debole”, richiamando la necessità di tornare a modelli di virilità basati sulla forza fisica e i valori tradizionali. In verità, le nuove generazioni ci stanno dimostrando che è sempre più urgente esplorare la mascolinità al di là degli stereotipi convenzionali e delle pressioni di una visione eccessivamente progressista, offrendo ai giovani modelli di riferimento che riflettano la complessità e le sfide reali delle identità maschili moderne.
La scrittrice Emily St. James su Vox ha raccontato come ci troviamo nel bel mezzo di in una sorta di (mini) boom di attori muscolosi che, però, reinterpretano il concetto stesso di forza e vulnerabilità. Questi personaggi sono stati definiti “sadboi big men”: uomini che esprimono emozioni, dubbi e fragilità, ma che conservano un aspetto intimidatorio.

[fonte: Vox]
Questa tendenza è simbolo di un’accettazione culturale crescente della sensibilità maschile, anche quando espressa da figure virili. Tuttavia, critiche come quella di Angelica Jade Bastién su Vulture mettono in luce il rischio di semplificare la questione: questo mix di fisico possente ed emotività rischia di rimanere un approccio limitato. L’accostamento tra muscoli e lacrime non sempre basta a rappresentare tutta la gamma di emozioni e identità maschili, lasciando intatto uno schema che idealizza una fisicità estrema.
In effetti, nonostante l’apertura emotiva venga incoraggiata, i giovani Z e Alpha sono ancora spesso esposti a un messaggio contraddittorio: possono permettersi di essere vulnerabili, ma devono prima di tutto avere i muscoli – influendo così negativamente sull’immagine corporea maschile. La buona notizia è che riguarderà sempre meno la nuova Generazione Beta, che avrà un modello sempre meno muscolare ma più complesso dal punto di vista emotivo, in sintonia con le incertezze e le contraddizioni di oggi. I supereroi e gli eroi d’azione stanno evolvendo, e le future generazioni di uomini potrebbero trovare in questi nuovi personaggi un terreno fertile per ridefinire se stessi, liberandosi sia da un’idea monolitica della virilità che dagli standard fisici quasi irraggiungibili dettati dal passato.
Infine, c’è un altro elemento che si interseca in questa proiezione futura: il crescente fascino per l’anti-eroe complesso, che ancora una volta rappresenta un cambio significativo nel panorama narrativo contemporaneo, in cui il pubblico si allontana dall’eroe “perfetto” in stile americano. Questi personaggi, spesso imperfetti e moralmente ambigui, rispondono a un desiderio di rappresentazioni più autentiche e sfumate della condizione umana. Gli anti-eroi, con i loro difetti e le loro vulnerabilità, risuonano con il pubblico, offrendo un’immagine di eroismo che è più allineata con le esperienze quotidiane.