Scuro Chiaro

Un tempo erano le recensioni dei critici pubblicate su riviste patinate o su blog o canali YouTube a decidere la fortuna di un film. Oggi, il destino di molte pellicole si gioca su TikTok, in particolare nella sua vivacissima community #FilmTok. Appassionati di cinema, armati di smartphone e opinioni taglienti, stanno riscrivendo le regole del marketing cinematografico, spesso con più efficacia delle campagne pubblicitarie milionarie.

Su TikTok si è sviluppata una cultura cinematografica parallela, fatta di meme, montaggi emozionali e recensioni che durano meno di un minuto, ma sanno catturare l’attenzione e generare hype istantaneo. Film classici come Orgoglio e Pregiudizio o American Psycho hanno visto rinascite inattese grazie a clip virali e fan edit realizzati da utenti comuni. Allo stesso modo, pellicole nuove come Barbie o Poor Things hanno costruito intere campagne di marketing sfruttando l’entusiasmo generato dalla community.

Ma non è solo una questione di meme: anche i critici professionisti stanno trovando spazio su TikTok, diventando veri e propri creator. Figure come Cat Quinn e Harry Daniels hanno trasformato le interviste sul red carpet in contenuti frizzanti e accessibili. Le loro clip informali hanno reso più umano e vicino un mondo spesso percepito come elitario.

Questo cambiamento non è stato indolore: nel 2024, un gruppo di giornalisti cinematografici ha denunciato l’esclusione dai grandi eventi come la Mostra del Cinema di Venezia, segnalando il rischio di estinzione del giornalismo cinematografico tradizionale. Eppure, il pubblico più giovane sembra preferire contenuti spontanei e accessibili, piuttosto che recensioni formali e interviste istituzionali.

Quello che rende #FilmTok unico è che gli spettatori non sono solo consumatori di contenuti, ma veri e propri promotori. Secondo una ricerca di TikTok, il 33% degli spettatori afferma di aver visto un film in sala grazie a un video visto sulla piattaforma, mentre il 47% sostiene di aver scoperto nuovi film proprio grazie a TikTok.

Questa partecipazione attiva ha spinto gli studi cinematografici a collaborare direttamente con creator e influencer. Non si tratta più solo di pagare per una pubblicità: oggi, l’efficacia sta nel generare conversazioni genuine e contenuti che sembrano spontanei. E se un ballo virale ispirato a Wicked può portare milioni di visualizzazioni, allora è evidente che il marketing cinematografico ha trovato il suo nuovo centro gravitazionale. Che tiene sempre più conto dell’Audience Design.

Per le case di produzione, la lezione è chiara: l’autenticità premia. I contenuti devono sembrare meno “costruiti” e più “vissuti”, rispecchiando lo spirito creativo della community. I giovani non vogliono sentirsi dire cosa guardare, vogliono scoprirlo da soli (dimenticando per un attimo che in realtà sono sempre vittime passive degli algoritmi), attraverso il filtro dei loro creator preferiti.

Dunque, TikTok non è solo un canale promozionale, ma un ecosistema in cui il pubblico partecipa attivamente alla creazione dell’hype intorno a un film. Il marketing culturale, e anche quello cinematografico, si è evoluto da consumo passivo a partecipazione attiva. Le persone non si limitano a guardare: creano meme, remixano e danno vita a trend che rendono i film vivi e interattivi.

Un esempio emblematico è #Barbiecore, un movimento virale che ha trasformato il film Barbie in un fenomeno globale. Similmente, il trend “Gentleminions” per Minions: Rise of Gru ha portato migliaia di adolescenti in abito elegante nei cinema, spingendo ulteriormente il successo al botteghino. Anche i film del passato beneficiano di questa rinascita digitale: un estratto musicale di Chicago del 2002 è recentemente entrato nella Billboard Top 50 di TikTok, dimostrando che anche le vecchie pellicole possono riconquistare il pubblico grazie ai trend online.

Social media e cinema, oggi più che mai, viaggiano mano nella mano. Ma molti esperti ritengono che #FilmTok funzioni in sinergia con il giornalismo tradizionale. Questo perché TikTok offre prospettive personali immediate, ma il giornalismo tradizionale conserva il suo valore per la profondità e il contesto. Ed è per questo motivo che molti critici stanno adattandosi, portando la loro conoscenza approfondita su TikTok in un modo che risuona con il pubblico più giovane.

Film Stories Magazine e altri creatori esperti stanno dimostrando che TikTok può essere un’opportunità anche per il giornalismo serio, trasformando la critica in conversazione culturale e rendendo il cinema più accessibile a tutti.

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