Procediamo con ordine: prima di tutto, è importante chiarire cosa si intende per “trend”. Un trend può essere definito come una tendenza, ovvero una direzione generale verso cui un fenomeno o una situazione evolve o si sviluppa nel tempo. In altre parole, è un cambiamento o un’evoluzione rispetto a ciò che è stato osservato nel passato o nel presente.
Più specificamente, possiamo considerare un trend come una deviazione dalla norma o dallo status quo. Rappresenta un allontanamento da comportamenti o modelli consolidati, segnalando un nuovo percorso che potrebbe influenzare il futuro in modi significativi. Un trend non si limita a piccoli cambiamenti temporanei o mode passeggere, ma tende a riflettere movimenti più ampi e radicati nella società, nell’economia, nella tecnologia, nella cultura o nel comportamento umano.
Iniziamo dal settore food & drink.
La ricerca di un senso (nel piatto)
Non basta più un buon piatto: i consumatori cercano storie, atmosfere e, soprattutto, emozioni. È interessante notare come la spinta verso un’alimentazione più sana e consapevole, unita all’attenzione crescente verso il benessere mentale, stia ridefinendo anche il concetto di lusso nell’ambito gastronomico. E così, la richiesta di esperienze sensoriali che vadano oltre il semplice pasto sta spingendo i ristoratori a offrire ambienti più personalizzati e coinvolgenti – come nel caso di Tour d’Argent a Parigi. Anche le piccole imprese locali e le cucine etniche stanno acquisendo un ruolo centrale in questo nuovo panorama, attirando una clientela alla ricerca di autenticità e sostenibilità. Esiste, insomma, una tensione tra funzionalità e piacere. E si manifesta in scelte di consumo sempre più complesse e sfaccettate, dove la salute e il benessere devono convivere con il desiderio di momenti di evasione e godimento.
Il ritorno di prodotti iconici (poco salutari)
Assisteremo sempre di più al ritorno di alcuni degli snack più iconici sul mercato, che erano stati rimpiazzati da snack “più salutari”. Stiamo iniziando a vedere il ritorno di prodotti come le Pringles, che hanno lo spazio sugli scaffali e i budget necessari per farsi notare dai consumatori e riconquistarli. Se negli ultimi anni si erano viste varianti di patatine più naturali, sarà sempre meno così: i brand più di nicchia, senza un adeguato flusso di cassa, stanno perdendo pubblico.
Il lento declino degli alcolici (per gli Z)
La Generazione Zeta sta bevendo meno. Invece di seguire le tradizionali abitudini legate all’alcol, molti ragazzi preferiscono stili di vita sobri o optano per un consumo moderato. Questo spostamento non è solo individuale, ma è influenzato anche da movimenti sociali più ampi, come l’aumento della consapevolezza verso i danni derivanti dall’abuso di alcol, così come il crescente interesse per la “sobrietà consapevole“, un fenomeno che sta guadagnando popolarità a livello globale.
Oltre alla salute, un altro fattore determinante è il cambiamento culturale. La Generazione Z è cresciuta in un’epoca in cui il digitale è centrale per le relazioni sociali. Le piattaforme social hanno sostituito in parte gli incontri fisici, e il consumo di alcol, che in passato era spesso associato a eventi sociali in luoghi pubblici come bar e discoteche, sta diminuendo anche perché le interazioni sociali avvengono spesso online. Inoltre, lo stile di vita “sobrio curioso” sta guadagnando popolarità tra i giovani, e molti vedono nel non bere un’opportunità per migliorare la propria produttività, concentrazione e benessere generale.
L’uso degli smartphone a tavola (da moderare)
La tecnologia influisce profondamente sul nostro modo di vivere l’esperienza culinaria. Non abbiamo ancora trovato un equilibrio su come vivere felicemente con la tecnologia, tantomeno a tavola. Alcuni ristoranti stanno cercando di affrontare questa problematica. A Sydney, ad esempio, ristoranti come The Gidley chiedono ai clienti di lasciare i telefoni all’ingresso, un tentativo di far sì che le persone si concentrino sul momento presente, recuperando il contatto umano. È un approccio interessante, che riflette il tentativo da parte delle attività commerciali di incoraggiare una vera connessione tra le persone, lontano dalle distrazioni tecnologiche.