Scuro Chiaro

L’abbiamo provato tutti, ciascuno con i propri tempi: c’è qualcosa di magico nel vivere da soli, una libertà totale che si riflette anche spesso nelle scelte di arredamento dove l’unico vincolo è la questione economica. Ma senza ulteriori vincoli imposti da coinquilini o partner, chi vive da solo può creare spazi che parlano di sé, mostrando appieno i propri gusti e la propria identità. Tuttavia, la realtà quotidiana di molti “solo-livers” implica fare i conti con ambienti ridotti, dove la funzionalità diventa la regina indiscussa. Soluzioni salvaspazio, come mobili multifunzionali o trasformabili, sono essenziali per ottimizzare ogni centimetro.

Il fenomeno del “solo living” ha trovato una perfetta rappresentazione nel film di successo Barbie. La protagonista, indipendente e sicura di sé, vive in un Dreamhouse che incarna l’aspirazione di un’abitazione tutta personale. Tra letti a conchiglia, scale a spirale ed elementi di design iconici, Barbie dimostra che il vivere da soli non è solo una necessità, ma un’opportunità per costruire uno spazio che rispecchi desideri e sogni.

Non tutti vivono da soli per scelta, ma molti lo fanno per motivi positivi. Secondo un rapporto IKEA del 2023, il 13% delle persone intervistate ha scelto consapevolmente questa soluzione per concentrarsi sui propri bisogni. Per alcuni, vivere da soli rappresenta un percorso di emancipazione. Anche la cultura pop celebra questa indipendenza: pensiamo a Carrie Bradshaw in And Just Like That, che riconquista il suo iconico appartamento newyorkese, simbolo della sua identità. Quando Carrie decide di venderlo, la reazione dei fan è così forte che persino il Time si è schierato in difesa del suo “santuario”.

Oltre agli ostacoli economici, il vivere da soli può essere emotivamente complesso. Secondo l’OMS, la solitudine rappresenta una minaccia per la salute pubblica. Gli adulti che vivono da soli sono quasi due volte più inclini a sentirsi soli rispetto a chi vive con altre persone. Questa realtà apre una domanda cruciale per i brand: come rispondere ai bisogni emotivi di chi vive da solo? Le soluzioni potrebbero includere design che favoriscano la connessione sociale, spazi che trasmettano sicurezza o tecnologie che combattono il senso di isolamento. E, intanto, i trend stanno celebrando l’individualità attraverso articoli per la casa più saturi di colore e giocosi nelle forme.

Un aspetto affascinante del solo living, infatti, è la possibilità di circondarsi di oggetti inusuali o addirittura polarizzanti, che riflettono gusti personali senza preoccupazioni per il giudizio altrui. La designer di New York Jenna Lyons, nel video per Vogue qui sotto, ha dichiarato: “Questo appartamento è stata la prima volta nella mia vita in cui ho potuto fare esattamente quello che volevo.” Tra gli oggetti che mostra con orgoglio ci sono una copia in Braille di Playboy e una lampada vintage a forma di airone dal peso di oltre 360 chili.

Anche chi può permettersi di vivere da solo spesso deve affrontare il problema dello spazio ridotto, tanto che il modello abitativo standard per una persona sola è spesso un monolocale. Così, la necessità di ottimizzare ogni centimetro quadrato diventa così una priorità per i “solo-livers”. Anche in cucina.

Con piani di lavoro limitati, chi vive da solo tende a preferire elettrodomestici compatti e multifunzionali. Prodotti come la friggitrice ad aria Ninja Foodi Mini 6-in-1 o la padella multifunzione Mini Always Pan 2.0 rispondono perfettamente a queste esigenze, combinando funzionalità con dimensioni ridotte. Articoli simili rappresentano la convergenza tra praticità e design, offrendo soluzioni perfette per chi desidera ottimizzare lo spazio senza sacrificare stile o versatilità.

E ancora, anche i mobili multiuso sono un vero toccasana per gli spazi ridotti. L’iconica chaise longue JÄTTEBO di IKEA, con vano contenitore integrato, è solo uno degli esempi. Anche i mobili trasformabili come il tavolo-console AnyDay Spindle 4-Seater (in questo momento fuori stock) di John Lewis sono perfetti per chi lavora da casa ma ama ospitare amici. In pochi istanti, si passa da una scrivania da lavoro a un tavolo da pranzo per quattro persone.

La vita in monolocale presenta un problema comune: l’assenza di confini tra le diverse funzioni della casa. I pannelli divisori multifunzione, come le pegboards freestanding di Kreis Design, offrono non solo separazione visiva ma anche spazio aggiuntivo per appendere e organizzare oggetti.

Infine, un’ultima riflessione. Vivere da soli offre libertà e indipendenza, ma comporta anche esigenze emotive e pratiche uniche che non vanno trascurate. L’arredamento deve essere stimolante nei momenti di tristezza e offrire conforto e rifugio durante i periodi di stress. Questo concetto si collega alla neuroarchitettura, una disciplina emergente che studia come il design e l’architettura centrati sull’uomo possano promuovere il benessere mentale. Gli interventi di design, come l’integrazione di elementi di biophilic design, si sono dimostrati efficaci nel ridurre la solitudine. Ad esempio, il marchio di vernici Lick, in collaborazione con l’organizzazione CALM, ha creato una linea di vernici e “carta da parati mindfulprogettate da psicologi del colore per migliorare la salute mentale.

Il solo living non riguarda solo la libertà, ma anche la responsabilità di creare uno spazio che risponda a bisogni emotivi e pratici complessi. Da tecnologie che combattono la solitudine a soluzioni che migliorano la sicurezza e la privacy, il design della casa ha il potenziale per diventare un vero alleato per chi sceglie di vivere da solo. Puntare su comfort, benessere e protezione non è solo un vantaggio personale: rappresenta un’opportunità per i brand di connettersi profondamente con una fascia crescente di consumatori.

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