Scuro Chiaro

In un mondo segnato da incertezze economiche e sociali, il collezionismo sta vivendo una nuova era, trasformandosi da passatempo a vera e propria forma di rifugio emotivo. Sempre più persone, soprattutto giovani adulti e adolescenti, si dedicano alla costruzione di collezioni che non hanno necessariamente un valore economico, ma che offrono conforto, nostalgia e un legame con il passato. Questa nuova generazione di collezionisti è mossa dal desiderio di riappropriarsi di un tempo più semplice, collezionando oggetti che ricordano l’infanzia o un’epoca pre-digitale. È un fenomeno che si spiega anche con il bisogno di controllo e sicurezza in un contesto globale sempre più complesso: la possibilità di scegliere cosa collezionare del passato offre un senso di padronanza su un mondo futuro spesso imprevedibile.

Il collezionismo, però, non è un fenomeno nuovo. Risale addirittura all’antica Mesopotamia, dove i regnanti collezionavano sculture, e si è sviluppato nel corso dei secoli, passando per le grandi famiglie nobiliari come i Medici, che collezionavano opere d’arte per consolidare il loro status. Oggi, il collezionismo ha preso nuove forme, specialmente nel mondo digitale, dove piattaforme come Instagram e TikTok hanno dato vita a vere e proprie comunità di appassionati. Gli oggetti, come le figurine o i libri rari, sono diventati veicoli di connessione tra persone che condividono gli stessi interessi, creando legami e comunità che vanno oltre il semplice possesso materiale.

In questo contesto di riscoperta del collezionismo e di attenzione verso il valore emotivo degli oggetti, il mondo dei libri antichi continua a esercitare un fascino inalterato. Ed è proprio qui che entra in scena Luca Cena, libraio antiquario della splendida White Lands Rare Books in via Doria 19 a Torino, che ha saputo coniugare la tradizione dei libri antichi con le dinamiche moderne della divulgazione online. Cena, con la sua esperienza e passione, si è affermato come una figura di riferimento per chiunque voglia avvicinarsi al mondo dei libri rari, trasformando le sue pagine social in uno spazio di scoperta e apprendimento per migliaia di curiosi e bibliofili.

I social, e in particolare TikTok, si sono rivelati per lui strumenti potentissimi. Attraverso brevi video, racconta la storia degli oggetti che lo circondano ogni giorno, facendo emergere il suo amore profondo per il libro, che considera uno strumento quasi perfetto. Il libro è un rifugio che ci permette di ritrovare del tempo per noi stessi in un mondo frenetico. Anche se alcuni dei suoi contenuti hanno raggiunto tre milioni di visualizzazioni, il vero successo risiede nel trasmettere un messaggio che risuoni nel pubblico, e che faccia emergere un legame tra il libro raccontato e la vita personale degli spettatori.

Luca Cena non è solo un esperto libraio, ma anche un narratore che utilizza il suo lavoro per far rivivere storie dimenticate, misteri celati tra pagine ingiallite e rarità bibliografiche di inestimabile valore storico. Questa passione ha preso forma anche nel suo primo libro, Il Biblionauta, edito da Mondadori Electa, ora disponibile in preorder su tutti gli store digitali – da affrettarsi, visto l’arrivo imminente dei regali di Natale da fare, aggiungiamo – e in uscita questo 5 novembre. In questo volume, l’autore accompagna il lettore in un viaggio attraverso il tempo, esplorando codici antichi, testi leggendari, volumi maledetti e libri mai esistiti. Attraverso le sue storie, rivela i segreti dei più rari manoscritti e delle opere più misteriose, ma offre anche consigli pratici per chi desidera addentrarsi nel mondo del collezionismo librario, fornendo strumenti per identificare edizioni preziose e navigare nel complicato mercato dei libri antichi.

In Il Biblionauta, Luca Cena non si limita a condividere la storia dei libri, ma illustra anche come questi siano parte di un più ampio fenomeno culturale e collettivo. Collezionare un libro raro non è solo un atto di acquisizione, ma un modo per connettersi con il passato, un gesto che trascende il tempo e le generazioni. E proprio come i giovani collezionisti di giocattoli cercano un rifugio nelle memorie del passato, così i bibliofili trovano nei libri antichi una forma di evasione, un’ancora di conforto e un mezzo per conservare e tramandare il patrimonio culturale.

Abbiamo fatto due chiacchiere con Luca, eccole.

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Il collezionismo è spesso legato a un senso di nostalgia, una ricerca di oggetti che riportano indietro nel tempo o che ci ancorano a memorie e sentimenti. Nel tuo lavoro come libraio antiquario, in che modo la nostalgia influenza sia il tuo approccio ai libri antichi che quello dei tuoi clienti?

Tendenzialmente i libri che mi interessano di più sono quelli che contengono uno o più elementi che in qualche modo si legano alla mia vita e al mio passato. Può essere un autore a suscitare in me un ricordo oppure un contenuto o ancora un’immagine. Questi ricordi sono portali che mi permettono di rivivere emozioni di bambino, sensazioni che noi adulti facciamo molta fatica a stimolare a differenza dei più piccoli che invece sono sufficientemente spontanei e liberi di viverle quotidianamente. Questo è il mio approccio e certamente anche quello di alcuni clienti ma ci sono poi svariate categorie di collezionisti con motivazioni diverse.

Con l’avvento dei social media, hai notato un cambiamento nel tipo di clienti o collezionisti che si avvicinano al mondo del libro antico? I nuovi strumenti digitali come TikTok e Instagram sembrano aver reso più accessibile un universo che prima era percepito come elitario o di nicchia. Quali caratteristiche o desideri noti nei nuovi collezionisti rispetto a quelli tradizionali?

Credo che la chiave sia proprio nella mia risposta precedente.

Oggi i nuovi collezionisti desiderano un oggetto che abbia un ruolo nella loro vita, un innesco che permetta loro di rivivere luoghi, percezioni o persone passate. Può apparire come un metodo nostalgico di vivere le proprie esistenze ma in verità è il modo più naturale di riscoprire, attraverso la materialità, noi stessi e il passato che ci ha reso tali. La fortuna dei libri è che ne esistono di tutti i tipi, per tutte le tasche e il loro collezionismo si esprime in una forma estremamente più intima e personale rispetto ad altri tipi di raccolte.

Il libro antico è un oggetto che racchiude non solo la storia del suo contenuto, ma anche quella della sua produzione e del passaggio di mano in mano nel corso dei secoli. Che ruolo gioca la materialità del libro – la sua fisicità, il profumo della carta, la tipografia, l’usura – nell’affascinare i tuoi clienti? Come descriveresti l’esperienza sensoriale e emotiva di entrare in contatto con un libro antico, soprattutto per chi lo vede per la prima volta?

L’amore che provo io è dedicato al libro in generale ma la sua derivazione antica mi ha permesso di apprezzare e appassionarmi alla sua materialità. Il fatto che un libro sia stato stampato centinaia di anni e che abbia attraversato i secoli per arrivare fino a noi permette a chi lo avvicina di percepire l’importanza e concretezza del suo essere fisico. Questa caratteristica però viene traslata anche sui libri più recenti ed in alcuni casi addirittura in quelli contemporanei, ristabilendo così l’importanza dell’aspetto sensoriale ed esperienziale della lettura.

Qui a BUNS ci occupiamo molto di futuro. Secondo te, quali saranno i libri rari del domani? Dobbiamo forse conservare con cura tutti i libri che abbiamo nelle nostre case, nella speranza che uno di questi possa acquisire un grande valore in futuro? Quali criteri pensi che influenzeranno la rarità e il valore dei libri tra qualche decennio, e cosa dovremmo tenere d’occhio oggi per anticipare le tendenze del collezionismo librario?

Oggi l’avvento del digitale ci costringe ad una riflessione sul ruolo del libro fisico nelle nostre vite. La mia impressione è che gli ebook non soppianteranno mai il libro semplicemente perché hanno ruoli diversi ed uno scopo comune.

Il fine ultimo è far leggere le persone e stimolare l’elemento fondamentale della lettura: l’immaginazione. Ben vengano quindi tutti gli strumenti, ebooks compresi, che ci permettano di raggiungere quell’obiettivo, incredibilmente importante per ognuno di noi e per la società in generale.

Le modalità invece sono diverse, il digitale trasmette un dato mentre il fisico ci offre una forma esperienziale imparagonabile ed irraggiungibile con altri strumenti. Per questo motivo penso che i libri cartacei diventeranno sempre di più quella forma che potranno assumere solo alcuni libri, quelli forse più meritevoli di essere conservati nei nostri archivi analogici.

Di conseguenza tutti i titoli che segneranno la storia editoriale saranno da collezione. Per quanto riguarda il ‘900 abbiamo già molti esempi di libri “recenti” che sono diventati molto ambiti dal collezionismo: le prime edizioni di Tolkien, Stephen King e addirittura Harry Potter rientrano a pieno titolo nei libri rari.

Consigli di lettura