Oggi si parla parecchio di outdoor education anche qui in Italia, dove si stanno facendo strada scuole all’aperto ispirate dal modello educativo nato in Scandinavia. Questo approccio venne introdotto per la prima volta in Danimarca, negli anni Cinquanta e Sessanta, come risposta alla mancanza di strutture per l’infanzia quando molte donne rientrarono nel mondo del lavoro. Così, alcuni insegnanti iniziarono a tenere lezioni all’aperto per i bambini più piccoli, favorendo attività a contatto con la natura.
La Forest School Association (FSA) descrive queste scuole come un “processo di apprendimento ispirazionale centrato sul bambino”, mirato alla crescita completa del bambino attraverso incontri regolari all’aperto. Il metodo promuove valori fondamentali: il diritto dei bambini al gioco, alla scoperta della natura e all’espressione delle emozioni in un ambiente sicuro e libero. Attività come costruire rifugi, accendere un fuoco, fare giochi nel fango e altre pratiche di sopravvivenza non solo sviluppano la resilienza e l’autosufficienza dei bambini, ma stimolano anche il problem-solving e la scoperta di sé.
L’outdoor education non si limita a offrire ai più piccoli il contatto diretto con la natura, ma sostiene un’educazione completa che rafforza la creatività, l’autostima e la consapevolezza ambientale. In un contesto sempre più urbanizzato, queste esperienze immersive aiutano i bambini a sviluppare una connessione profonda con il mondo naturale, un valore prezioso per affrontare le sfide ecologiche del futuro.
Uno studio dell’Università di Ioannina in Grecia ha evidenziato che attività come correre e arrampicarsi sugli alberi rafforzano la coordinazione e la forza dei bambini. In un contesto naturale, ci sono radici, rami e ortiche che presentano piccole sfide e rischi che i bambini devono affrontare. Questo tipo di gioco aiuta a sviluppare la consapevolezza dell’ambiente circostante e insegna ai più piccoli a usare il proprio corpo in spazi non strutturati, portandoli fuori dalla propria zona di comfort in modo positivo. Altri studi rivelano che giocare all’aperto in modo avventuroso e con qualche elemento di rischio, come arrampicarsi o andare in bicicletta fuori dalla vista degli adulti, può ridurre sintomi di ansia e depressione.
Oltre agli effetti benefici sulla salute mentale e fisica, c’è anche un riscontro che stabilire una relazione precoce con la natura possa ispirare un interesse duraturo verso la protezione ambientale. Uno studio ha scoperto che esperienze positive nella natura durante l’infanzia sono tra i motivi principali per cui le persone in Norvegia e nel Kentucky hanno scelto una carriera ambientale. La ricerca suggerisce anche che molti bambini della Generazione Alpha mostrano interesse per il pianeta: nel 2019, il 67% dei bambini tra sei e nove anni ha dichiarato di voler intraprendere una carriera per salvaguardare l’ambiente.
L’approccio educativo scandinavo, di cui si parla spesso per il suo carattere “dolce”, è noto per aiutare i bambini a crescere in modo sereno, autonomo e responsabile, trasformandoli in adulti consapevoli. Più che una serie di consigli, questa filosofia si basa su principi che rispettano profondamente l’individualità dei piccoli, trattandoli come esseri umani completi e degni di rispetto e fiducia. Federica Pepe, un’italiana che vive in Svezia e autrice di @mammainsvezia, racconta nel libro Educazione nordica. Il segreto dei genitori svedesi per crescere bambini consapevoli e sereni (2024, Sperling&Kupfer) come questi valori siano incarnati nella vita quotidiana delle famiglie svedesi e come possano essere adottati anche altrove.
Alla base dell’educazione svedese troviamo una calma comunicativa e un livello profondo di empatia. In Svezia, è raro vedere un genitore urlare o sgridare duramente: piuttosto, si cerca di scendere al livello del bambino, non solo fisicamente ma anche emotivamente, parlando con sincerità e spiegando le ragioni dietro un “sì” o un “no”. I genitori svedesi sono anche trasparenti riguardo alle proprie emozioni, raccontando ai figli se si sentono stanchi o delusi. Questa comunicazione aperta insegna ai bambini a riconoscere e rispettare i sentimenti propri e altrui.
L’autonomia è un altro pilastro: i piccoli vengono coinvolti nelle attività quotidiane, come prepararsi o mettere a posto i giocattoli, imparando il valore della responsabilità in modo pratico. Sembrano bambini “lasciati liberi” di esplorare, provare e anche sbagliare, senza temere rimproveri severi, poiché l’educazione avviene soprattutto attraverso l’esempio. I bambini apprendono il rispetto e l’indipendenza vedendo i grandi praticarli, sviluppando così un comportamento basato sulla fiducia e sull’imitazione di modelli positivi.
L’educazione nordica, in ultima analisi, rappresenta un invito a mettere in discussione i modelli tradizionali e a riconoscere l’importanza di un ambiente di crescita che favorisca il benessere e la serenità, per una generazione futura più empatica, autonoma e rispettosa delle differenze.