Scuro Chiaro
Innanzitutto, un po’ di storia

Gli occhiali hanno un passato affascinante che risale a secoli fa. Le prime lenti da vista documentate risalgono al XIII secolo in Italia, quando monaci e studiosi iniziarono a usare rudimentali lenti convessive per migliorare la lettura. Nel Rinascimento, gli occhiali divennero un simbolo di saggezza e status sociale. Ma è solo nel XX secolo che l’eyewear ha cominciato a trasformarsi da semplice strumento medico a icona di stile.

Negli anni Cinquanta, Hollywood ha consacrato gli occhiali come accessorio di culto: basti pensare agli iconici cat-eye di Audrey Hepburn o agli aviator di Tom Cruise in Top Gun. Negli anni Novanta e Duemila, l’eyewear ha seguito l’onda del minimalismo e dell’estetica futuristica, mentre oggi assistiamo a un mix di nostalgia e innovazione, con il ritorno di montature bold, colori vivaci e materiali sostenibili.

Ora, gli occhiali non sono più solo un supporto visivo, ma un linguaggio di self-expression. Proprio come le sneakers, anche gli occhiali si collezionano, si abbinano all’outfit, si usano per comunicare mood e personalità.

Ma cosa c’è dietro a questa trasformazione? Quali trend stanno riscrivendo le regole? E perché i brand indipendenti stanno conquistando sempre più spazio in un mercato che sembrava impenetrabile? Scopriamolo insieme.

Il duopolio che si sta sgretolando

Se pensiamo di avere ampia scelta quando entriamo in un negozio di ottica, in realtà potremmo essere vittime di un’illusione. Luxottica e Essilor, i due colossi del settore fusi sotto il nome di Essilux, hanno sempre controllato una fetta gigantesca del mercato globale, producendo occhiali per marchi come Ray-Ban, Prada, Chanel e molti altri.

Ma ecco il plot twist: il potere dei grandi brand sta vacillando. I consumatori sono più consapevoli e informati, cercano alternative, vogliono design distintivi e storie autentiche dietro ogni montatura. La generazione Z, in particolare, rifugge dall’omologazione e sceglie brand che raccontano una storia diversa, lontana dalle logiche del fast fashion dell’eyewear.

I brand indipendenti: sono loro i nuovi protagonisti, e stanno puntando tutto su qualità, design e un rapporto autentico e consapevole con il cliente.

I criteri di scelta di un occhiali

Siamo in un’era in cui la moda è iper-personalizzata, e gli occhiali non fanno eccezione. Come scegliamo davvero la montatura giusta? Qui entra in gioco la psicologia comportamentale: gli insight ci dicono che i consumatori spesso non scelgono in base a criteri razionali, ma a una serie di percezioni inconsce.

Il potere del primo impatto. Il nostro cervello decide se un occhiale ci piace nei primi secondi in cui lo vediamo indossato. Se ci riconosciamo nell’immagine riflessa, lo vogliamo. Se c’è dissonanza con la nostra identità visiva, lo scartiamo.

Abitudine vs. esplorazione. Chi ha sempre portato occhiali minimal fatica ad accettare una montatura bold. Ma bastano (circa) 21 giorni per creare una nuova abitudine, anche visiva.

Occhiali e percezione sociale. Alcuni modelli evocano inconsciamente status e ruoli precisi. Le montature spesse e squadrate trasmettono autorevolezza, quelle tonde e sottili suggeriscono creatività e morbidezza. Non si sceglie solo per sé, ma anche per come verrà percepito dagli altri.

La cultura pop detta le regole. Il revival ‘90 e 2000 ha riportato in auge occhiali sottili e colorati, mentre il techwear sta spingendo modelli avveniristici con materiali innovativi. Anche la moda eyewear è un dialogo tra nostalgia e futurismo.

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Il caso tutto italiano di VANNI

Se c’è un brand che sta ridefinendo il concetto di occhiali sostenibili, è VANNI. L’azienda torinese ha trasformato il suo business in un laboratorio di innovazione ambientale, diventando una delle poche Società Benefit del settore.

Materiali certificati. VANNI utilizza materiali certificati e a basso impatto ambientale, privilegiando acetato di cellulosa di origine naturale e metalli riciclati per ridurre le emissioni di CO2.

Packaging sostenibile. Il packaging per le spedizioni è composto da scatole di cartone riciclato, non sbiancato, avvolte in nastro adesivo di carta.

Produzione locale e filiera corta. Tutti gli occhiali VANNI sono realizzati in Italia, con una filiera controllata che riduce le emissioni legate alla logistica.

Numeri concreti. VANNI ha collaborato con l’Università Bicocca di Milano per calcolare l’impatto ambientale della sua produzione: un’analisi scientifica che permette all’azienda di migliorare costantemente i suoi processi.

Qui il racconto.

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Il futuro dell’eyewear: tra tech e nuovi rituali d’acquisto

Cosa succede se guardiamo al futuro? Cosa potrebbe aspettarci nei prossimi anni?
Ecco tre grandi trend che potrebbero rivoluzionare il settore.

Occhiali smart, ma con stile

Dopo i primi tentativi (non sempre riusciti) di realtà aumentata nell’eyewear, il mercato sta finalmente trovando il giusto equilibrio tra tecnologia e design. Le nuove generazioni di occhiali smart integreranno filtri digitali per la luce blu, assistenti vocali e display trasparenti per l’interazione con il mondo virtuale. La vera sfida? Rendere queste innovazioni invisibili e perfettamente integrate nel design, perché nessuno vuole indossare un dispositivo che sembri uscito da un laboratorio di ingegneria. Inoltre, gli smart glasses di ultima generazione includeranno anche apparecchi per chi ha problemi acustici.

Montature su misura, come un vestito sartoriale

L’idea di acquistare occhiali standardizzati sta lasciando il posto a un nuovo modello di consumo basato sulla personalizzazione estrema. Grazie alla stampa 3D e alle tecnologie di scansione facciale, sarà possibile creare occhiali completamente su misura, adattati alla morfologia del viso e ai gusti estetici di ogni cliente. Questo non solo migliorerà il comfort, ma trasformerà il modo in cui viviamo l’acquisto di un accessorio tanto personale. Detto questo, per quanto desiderabile è una possibilità che rimane al momento marginale e difficilmente percorribile. Magari ci si arriverà, ma non è imminente, gli esperimenti che qualcuno sta tentando sono talmente limitati per numeri generati che sono oggi irrilevanti sul grande mercato.

Esperienze d’acquisto immersive

Dimentica la classica visita dal negozio di ottica: il futuro dell’eyewear è interattivo e multisensoriale. I brand stanno sperimentando showroom virtuali, in cui è possibile provare centinaia di modelli grazie alla realtà aumentata. Inoltre, i negozi fisici si trasformeranno in boutique esperienziali, con consulenti di stile pronti a interpretare il linguaggio del corpo dei clienti per suggerire il modello perfetto. La vendita di occhiali non sarà più un semplice scambio commerciale, ma un viaggio personalizzato nella scoperta di sé. Ad ogni modo, il passaggio dall’ottico, ovvero dal negozio, essendo l’occhiale un dispositivo medicale, non si potrà superare.

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