Un cambio di passo
Dimenticate i soliti portachiavi a forma di Torre Eiffel, le maschere di Venezia e le calamite fatte in serie: chi viaggia oggi vuole souvenir che raccontino una storia, oggetti unici che portino con sé l’anima del luogo visitato. Spinti dai social media, dal turismo consapevole e dall’ascesa delle donne come principali organizzatrici di viaggi, i ricordi di viaggio stanno vivendo una vera rivoluzione.
Oggi, comprare un souvenir non è più un gesto distratto da duty-free o negozietto turistico: è diventato parte integrante dell’esperienza di viaggio, un rituale quasi sacro. Dai gioielli artigianali ai prodotti gastronomici confezionati in packaging riutilizzabili e dal design curato, fino alle toppe ricamate da cucire sullo zaino, il nuovo trend è chiaro: meglio pochi oggetti, ma speciali.
E non è solo una questione estetica. Sempre più viaggiatori strutturano i loro itinerari intorno a mercati locali, boutique indipendenti e atelier di artisti, alla ricerca di pezzi autentici che catturino l’essenza del luogo. Il turismo esperienziale si fonde così con il piacere della scoperta, trasformando lo shopping di souvenir in un modo per connettersi davvero con una destinazione. Perché questo cambio culturale? Il mix esplosivo di social media, viaggiatori più consapevoli e una crescente voglia di portare a casa non solo un oggetto, ma un pezzo di mondo.

Un ricordo personalizzato
Come per molte delle ultime tendenze di viaggio, anche questa ha preso il via su #TravelTok. Dai supermercati giapponesi pieni di cancelleria irresistibile ai negozi di bellezza coreani fino ai prodotti cult delle farmacie francesi – dove ora il burro sottovuoto ha quasi superato i classici sieri e creme – gli influencer hanno trasformato lo shopping all’estero in una vera e propria esperienza culturale.
Ma questo è solo l’inizio. Per i viaggiatori più attenti ai dettagli, il vero tesoro non è solo nei prodotti virali, ma nelle creazioni artigianali e nei pezzi unici che portano con sé un’anima. Anche in Italia, dove ogni regione ha i suoi oggetti del desiderio. Basta pensare ai sandali in cuoio di Positano, diventati virali grazie ai social e capaci di trasformare la Costiera Amalfitana da meta da sogno a tappa obbligata per chi vuole un paio di scarpe fatte su misura.
Ma c’è di più: la nuova ondata di viaggiatrici creative e nostalgiche sta rivoluzionando il concetto di souvenir. Raccogliere oggetti in viaggio è diventato un’arte. E condividere queste creazioni sui social non è solo un modo per celebrare i ricordi, ma anche per ispirare altre viaggiatrici, trasformandole in piccole influencer nel loro cerchio di amici.

Una storia da portarsi a casa
Perché sempre meno persone comprano souvenir? Semplice: il 33% li trova vecchi e kitsch, mentre il 32% è più attento all’ambiente e cerca di evitare acquisti inutili. Insomma, il classico magnete da frigo non è più il ricordo di viaggio che tutti vogliono portare a casa. Al contrario, i souvenir personalizzati e i prodotti artigianali stanno diventando il nuovo must per chi viaggia in modo più consapevole. Questo permette non solo di sostenere i creatori locali, ma anche di vivere un’esperienza culturale più profonda. E i numeri lo confermano: secondo il Sustainable Travel Report di Booking.com, il 74% dei viaggiatori pianifica i propri viaggi con un occhio alla sostenibilità.
Lo shopping di souvenir non è solo un’opportunità per i viaggiatori, ma anche per le attività locali. Questo perché permette ai brand locali, alle boutique indipendenti e agli artigiani – persino a ristoranti e hotel – di distinguersi offrendo prodotti che raccontano l’identità di una destinazione. E il mercato è enorme: l’Adventure Travel Industry Snapshot rivela che i viaggiatori spendono in media 189 dollari in artigianato locale o souvenir, mentre il settore globale dell’handmade crescerà di oltre 874 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Ma non si tratta solo del prodotto: quello che attira i viaggiatori è la storia che c’è dietro.
E se il 82% delle decisioni di viaggio sono prese da donne, è logico che siano loro a guidare anche questa tendenza. Secondo il Solo Female Travelers Club, la sostenibilità, la responsabilità sociale e il supporto ai brand locali – soprattutto quelli a guida femminile – sono criteri chiave nella scelta di hotel, esperienze e, ovviamente, souvenir. Condividendo poi le loro scoperte su Instagram, TikTok e Pinterest danno anche visibilità a piccoli brand e artigiani locali, trasformando ogni acquisto in un atto di valorizzazione culturale.
E intanto, su Google, c’è chi si organizza prima del viaggio.
