Largo allo slow reading
Negli ultimi anni, le newsletter del settore fashion hanno rivoluzionato il modo in cui ci avviciniamo al mondo dello stile e delle tendenze. In un panorama dove il consumatore è sempre più consapevole e, al tempo stesso, sovraccarico di stimoli e contenuti, queste newsletter rappresentano un’innovazione tanto semplice quanto efficace. Abbandonando il ritmo serrato e frenetico del fast fashion, che spinge costantemente a cambiare guardaroba al ritmo delle stagioni, le newsletter offrono un’alternativa più riflessiva e personalizzata. Attraverso contenuti selezionati e curati da esperti del settore, queste modalità privilegiano un approccio che valorizza la qualità, la sostenibilità e lo stile senza tempo.
Le newsletter, in fondo, sono molto più di un semplice strumento di marketing: sono diventate un canale diretto che mette spesso in contatto il lettore con professionisti e creativi, creando una community intorno a una visione comune. Nella moda, grazie a consigli personalizzati e a racconti dietro le quinte, i lettori non sono solo esposti a nuovi prodotti, ma vengono guidati in un percorso di scoperta che dà spazio alla riflessione, alla scelta ponderata e all’apprezzamento del dettaglio.
Il lento abbandono dei feed
Il modo in cui consumiamo soprattutto i contenuti di moda sta cambiando radicalmente. Si fa sempre meno affidamento sulle pagine patinate delle riviste o sui feed di Instagram pieni di influencer per dirci cosa indossare. Piattaforme come Substack, con oltre tre milioni di abbonati paganti, guidano questo cambiamento, creando uno spazio in cui i creatori di moda possono condividere raccomandazioni sincere e senza filtri. A gennaio 2024, la categoria Fashion & Beauty di Substack ha registrato un incremento dell’80% degli abbonamenti rispetto all’anno precedente, con un aumento delle entrate annuali ricorrenti del 375% e una crescita del 213% negli abbonamenti a pagamento. Questi numeri evidenziano un cambiamento significativo: i consumatori, stanchi del mondo dei social media guidato dagli algoritmi, cercano connessioni più autentiche e consigli di stile personalizzati.
La tendenza rappresenta un movimento verso un consumo di moda più consapevole, fondato sulla fiducia, sulla competenza e su una connessione più profonda tra creatori e pubblico. Al centro di questo trend ci sono ex redattori e insider della moda che hanno lasciato le pubblicazioni tradizionali per abbracciare il formato della newsletter, portando la loro esperienza e un tocco personale in uno spazio più intimo. Liana Satenstein, giornalista di Vogue con la sua newsletter #NEVERWORNS, e Becky Malinsky, ex redattrice di moda per Glamour e il Wall Street Journal con la sua newsletter 5 Things You Should Buy, hanno trovato un notevole successo offrendo qualcosa che spesso manca sui social: consigli genuini e relazionabili.
Meno algoritmi, più autenticità
Se le prime piattaforme social offrivano spazi relativamente liberi da pubblicità e da influenze commerciali, oggi i feed sono saturi di post sponsorizzati, collaborazioni con influencer e annunci mirati. Secondo dati di YPulse, il 61% dei giovani tra i 13 e i 39 anni non si fida degli influencer che pubblicano frequentemente contenuti sponsorizzati, e il 65% degli intervistati preferisce raccomandazioni da parte di creatori più piccoli e meno commerciali. E per gli inserzionisti, questo cambiamento di percezione rappresenta un campanello d’allarme.
Oggi le newsletter registrano un tasso di apertura medio del 32,55%, molto più alto rispetto al tasso di engagement tipico dei post sui social media, che si attesta generalmente tra il 3% e il 7% sulle principali piattaforme. Sono dati buoni a dimostrazione che il format sta diventando il punto di riferimento per chi desidera un rapporto meno artificiale, capace di rispondere al bisogno di un’interazione che non si limiti alla promozione immediata e invasiva, ma che sia costruita sulla fiducia e sulla condivisione di valori.
Più voce a chi ha qualcosa da dire
Le newsletters permettono ai lettori di scegliere attivamente le voci da cui desiderano ricevere aggiornamenti. Tale dinamica dà l’impressione di un consiglio personalizzato, simile a una conversazione uno a uno, piuttosto che a una trasmissione di massa. Il modello ha permesso anche a voci di nicchia di emergere. Creatrici come Jessica DeFino, autrice di The Review of Beauty, hanno costruito carriere completamente al di fuori del tradizionale panorama dei media di moda.
Infine, i consumatori più giovani stanno gradualmente abbandonando il fast fashion per orientarsi verso modalità di shopping più rispettose dell’ambiente. Un fattore determinante che spinge molti a scegliere le newsletter come touchpoint è proprio la richiesta crescente di trasparenza nel settore della moda, evitando il rischio di cadere in trappole di greenwashing e ricevendo consigli che rispecchiano un approccio più etico e ponderato alla moda.