Scuro Chiaro
Stop a grigi, bianchi e beige

C’è una rivoluzione in corso nel mondo dell’interior design, e il grido di battaglia è chiaro: “basta minimalismo grigio e impersonale”. Se i Millennial hanno costruito il loro regno estetico sull’essenzialità e sulla sobrietà, la Generazione Z ha deciso di ribaltare tutto, abbracciando uno stile più audace, colorato e personalizzato. Benvenuti nell’era del design massimalista.

Durante gli anni 2010, l’estetica Millennial dominava ogni spazio: dalle case agli studi di yoga, dai blog di lifestyle a Instagram. Una paletta cromatica neutra – grigi, bianchi, beige – accompagnava uno stile minimalista che si sposava perfettamente con i guardaroba monocromatici e i feed social curati. Questo look, spesso definito come “millennial grey” da critici del settore, rappresentava l’apice del chic discreto. Ma per molti appartenenti alla Gen Z, questa estetica appare ormai priva di anima, un simbolo di un passato troppo rigido e uniforme.

Il boom del colore, tra creatività e microtrend

Oggi, le case della Gen Z raccontano un’altra storia. Colori audaci, stampe stravaganti e un mix eclettico di oggetti rubano la scena. Questa “rinascita del colore” è nata dalla noia verso gli ambienti spogli e dall’esigenza di esprimere sé stessi. A ispirare questo cambiamento c’è TikTok, il motore dei microtrend. A differenza di Instagram, che ha consacrato estetiche più statiche e prevedibili, TikTok incoraggia la sperimentazione e la varietà. I trend si susseguono rapidamente e lasciano spazio a interpretazioni personali e nicchie creative. E tale approccio riflette perfettamente i valori della Gen Z: autenticità, espressione individuale e rifiuto degli schemi prefissati.

Il fenomeno della Generazione Z ci mostra come le tendenze non siano solo specchio del gusto estetico, ma riflettano cambiamenti profondi nei valori culturali. Se ieri minimalismo e ordine raccontavano la ricerca di controllo in un mondo sempre più veloce, oggi la fluidità e il colore parlano di un bisogno di libertà espressiva e di connessione autentica. E allora, cosa ci aspetta dopo? È difficile dirlo, ma una cosa è certa: i muri grigi non torneranno presto di moda. TikTok e le nuove generazioni continueranno a reinventare non solo i nostri guardaroba, ma anche le nostre case – e con esse, il modo in cui viviamo il mondo.

Perché i microtrend conquistano i giovani

Secondo Caroline Guilbert, responsabile dei contenuti creativi di Coloro, estetiche come i “dopamine brights” sono influenzate in parte dal mondo digitale. Come racconta qui, abbiamo assistito all’ascesa di estetiche che evocano trasparenza e futurismo. I designer digitali stanno spingendo avanti idee come l’iridescenza futuristica, che si sviluppano sui nostri schermi ma che stanno iniziando a prendere forma nel mondo fisico, perché stiamo fondendo il nostro universo digitale con quello reale.

Accanto all’ascesa delle estetiche ispirate a TikTok, cresce sempre di più l’interesse per il fai-da-te, una tendenza che riflette il desiderio di personalizzazione, il bisogno di risparmiare e una crescente attenzione verso la sostenibilità. Ci sono diverse ragioni dietro questo fenomeno:

  1. La crisi e il costo della vita: con l’aumento delle spese quotidiane, molte persone, soprattutto giovani, non hanno altra scelta che rimboccarsi le maniche e realizzare da soli i loro progetti di arredamento o restauro.
  2. L’accessibilità di TikTok: la piattaforma non solo rende il DIY divertente e alla portata di tutti, ma spesso ispira anche chi non aveva mai pensato a un progetto del genere, trasformando l’idea in realtà.
  3. La spinta verso la sostenibilità: gli Z, sempre più consapevoli dell’urgenza climatica, sono attenti a ridurre gli sprechi. Anche se amano sperimentare con i microtrend, preferiscono farlo in modo sostenibile, ad esempio upcycling mobili e oggetti già esistenti piuttosto che acquistarne di nuovi.
Quando il vintage diventa di casa

Oltre al fai-da-te e all’upcycling, la Gen Z ha abbracciato con entusiasmo il mondo del thrifting, cercando veri e propri tesori nei negozi dell’usato o sulle piattaforme di rivendita online. Il thrifting non è solo una questione di risparmio, ma anche di stile e significato poiché introduce le nuove generazioni a pezzi e stili rétro.

In fondo, il ritorno al passato non è casuale: la Gen Z tende ad essere nostalgica, con quasi la metà che associa la moda vintage a un’epoca migliore. Riempire le proprie case con pezzi retrò diventa un modo per connettersi a un tempo che non hanno vissuto, ma che immaginano come più autentico e rassicurante. In un mondo sempre più incerto, questi oggetti dal sapore nostalgico offrono un senso di conforto e stabilità.

Infine, trovare mobili o oggetti di seconda mano significa donare una nuova vita a qualcosa che ha già avuto una storia. Il senso di scoperta e di connessione rende l’usato più di una scelta economica: lo trasforma in un’esperienza emotiva e unica. Insomma, il thrifting non è solo una moda passeggera: rappresenta un cambiamento di mentalità per una generazione che cerca autenticità, sostenibilità e storie da raccontare attraverso gli oggetti che popolano le loro case. Che si tratti di un pezzo mid-century trovato in un mercatino o di una poltrona vintage scovata online, ogni acquisto di seconda mano racconta una storia – e, per la Gen Z, queste storie fanno tutta la differenza.

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