In tutto il mondo, le persone stanno riprendendo possesso degli spazi urbani, con iniziative che spaziano da Berlino a Birmingham e che mirano a creare zone senza auto. Questi interventi rispondono alla crescente domanda di città più sicure e con una migliore qualità dell’aria. Negli Stati Uniti, il successo del reality giapponese Old Enough ha acceso l’interesse per città più adatte ai pedoni; al contempo, il concetto della “città dei 15 minuti” – dove tutti i principali servizi sono raggiungibili a piedi in un quarto d’ora o meno – sta guadagnando popolarità.
Tuttavia, man mano che le città si adattano a queste nuove priorità di trasporto, emerge una tensione riguardo alla proprietà privata degli spazi pubblici, che rischia di minare il senso di appartenenza comunitaria e l’accesso a servizi fondamentali. Ma non solo. In questo nuovo contesto, emerge anche un desiderio sempre più forte per città “biofiliche”, ovvero spazi urbani che promuovano un maggiore contatto con la natura. Giardini, parchi, facciate verdi e spazi verdi urbani non solo offrono un rifugio dalla frenesia cittadina, ma migliorano anche il benessere fisico e mentale dei cittadini.
Tali cambiamenti rispondono alla crescente consapevolezza dell’importanza della salute pubblica e della qualità della vita nelle aree urbane. Le città non sono più solo luoghi di transito o lavoro, ma devono evolversi in ambienti vivibili, dove il benessere, la sicurezza e l’armonia con l’ambiente circostante sono messi al centro della progettazione urbana.
A Torino c’è una realtà che ha come obiettivo di comunicare e promuovere la trasformazione urbana della città, mettendo al centro il dialogo tra cittadini, istituzioni e progettisti: Torino Urban Lab. Nata come strumento di innovazione e riflessione sulle dinamiche urbane, Urban Lab si propone di esplorare il futuro della città attraverso progetti, eventi e iniziative.
Urban Lab pone il focus su temi come la rigenerazione degli spazi pubblici, la mobilità sostenibile, l’inclusione sociale e l’abitare innovativo. Per un modello di sviluppo sostenibile, accessibile e inclusivo; per affrontare le sfide del XXI secolo, come i cambiamenti climatici, la trasformazione digitale e la gestione delle risorse naturali; e per condividere una visione collettiva e condivisa della città del futuro, in cui innovazione, creatività e sostenibilità si uniscono per migliorare il benessere di tutti i cittadini.
Abbiamo fatto una chiacchierata su questi temi con il Presidente di Urban Lab Piero Boccardo. Buona lettura.
Urban Lab si concentra molto sul racconto della rigenerazione degli spazi pubblici. Quali progetti attuali o futuri ritiene possano avere l’impatto più significativo nel trasformare la città in un luogo più vivibile e inclusivo per tutti?
Torino sta attraversando una fase straordinaria di trasformazioni grazie ai fondi in arrivo dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dalla programmazione europea. Questa stagione di investimenti rappresenta un’occasione unica per rendere Torino una città migliore: certamente più vivibile e inclusiva, ma anche più connessa e soprattutto capace di affrontare le grandi sfide contemporanee legate alla transizione ecologica, energetica, climatica, digitale e sociale. Grazie a interventi mirati e innovativi, la città ha l’opportunità di intraprendere un percorso verso una sostenibilità integrata, promuovendo il benessere e la qualità della vita per tutti i suoi cittadini, in armonia con l’ambiente e le esigenze della società moderna.
Tra le progettualità che meglio riassumono la complessità delle trasformazioni a Torino c’è il Valentino che coniuga aspetti di innovazione culturale, soluzioni di contrasto al cambiamento climatico e interventi di conservazione e riuso del patrimonio architettonico e paesaggistico. Stiamo parlando di sei grandi interventi per trasformare l’area: la riqualificazione di Torino Esposizioni con la nuova Biblioteca Civica Centrale, il recupero del Teatro Nuovo, il restauro e la valorizzazione dell’offerta ricettiva e turistica del Borgo Medievale, il ripristino della navigazione sul Po con l’introduzione di mezzi elettrici e la risistemazione del parco per migliorarne la fruizione e infine, la riqualificazione di tre padiglioni di Torino Esposizioni per la didattica del Politenico di Torino.
A questi si aggiunge un’attenzione particolare al tema della rigenerazione del suolo, con interventi di deimpermeabilizzazione che restituiscano spazi naturali alla città e migliorino la gestione delle acque piovane, contribuendo a mitigare i rischi di allagamenti e a ridurre l’isola di calore urbana. Inoltre, il progetto abbraccia una visione di verde pubblico e democratico, creando spazi accessibili e inclusivi che favoriscano la socialità e il benessere dei cittadini. Aree verdi più estese e integrate diventano luoghi di incontro e cultura, capaci di combinare bellezza paesaggistica e sostenibilità, promuovendo un nuovo rapporto tra comunità e ambiente urbano
Urban Lab ne racconta la trasformazione con una mostra in sede, in piazza Palazzo di Città, un ciclo di incontri, laboratori per studenti e visite guidate. Attraverso dati, infografiche, una grande ortofoto a pavimento, interviste e approfondimenti, invitiamo il pubblico alla scoperta di questi progetti.
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La mobilità sostenibile è al centro delle sfide urbane contemporanee. Quali sono i principali ostacoli che si incontrano in questo percorso? Quali sono le resistenze culturali dei cittadini?
C’è un grande lavoro da fare per costruire una cultura della mobilità sostenibile, tra i cittadini, ma anche tra decisori e istituzioni. Un lavoro di informazione, dialogo e progettazione. C’è l’esigenza di coniugare priorità come la sicurezza e vivibilità della città con la domanda dei cittadini di potersi spostare in modo rapido, sicuro e comodo il più possibile con i mezzi pubblici, con la bicicletta e a piedi. Quindi serve un sistema di trasporto pubblico locale efficiente ed efficace; piste ciclabili diffuse e collegate; più pedonalizzazioni.
Oggi le nuove generazioni mostrano una maggiore sensibilità al tema, ma una vasta parte della popolazione urbana sembra ancora poco attenta a questa questione. Nella cornice della Mobilty Week, Urban Lab ogni anno dedica una settimana a raccontare i progetti di mobilità sostenibile in città con incontri, question time, presentazioni e visite ai luoghi di trasformazione per far comprendere scelte e orizzonti entro cui le diverse realtà coinvolte stanno lavorando.
Negli ultimi anni si parla sempre più dell’importanza di integrare la natura negli ambienti urbani. Qual è la visione di Urban Lab riguardo al tema? E come pensa che questi spazi naturali possano influenzare positivamente il benessere dei cittadini torinesi?
Il tema delle soluzioni naturali è al centro del futuro delle città, come chiaramente indicato dall’agenda europea. Le ragioni sono molteplici e toccano aspetti cruciali: mitigare gli effetti del cambiamento climatico, favorire la biodiversità, migliorare la qualità dell’aria e rendere gli spazi pubblici più vivibili e sicuri. A Torino, un albero che ombreggia una strada o una fermata dell’autobus con un tetto verde possono fare la differenza durante le ondate di calore. Una piazza con panchine, alberi e aiuole di fronte a una scuola non solo abbellisce il quartiere, ma rende gli spazi più sicuri e accoglienti. Le pavimentazioni drenanti, inoltre, aiutano a prevenire gli allagamenti, mentre un maggiore numero di alberi contribuisce a catturare gli inquinanti, rendendo l’aria più salubre e migliorando la salute pubblica.
Nel 2023 Urban Lab ha dedicato un programma di incontri, mostre, laboratori e performance per raccontare al pubblico a che punto siamo a Torino e perché serve più natura in città. Anche a livello europeo, partecipando a progetti come Conexus, Climaborough o Sparkle, siamo impegnati con altre città partner a comprendere soluzioni e progetti efficaci per raggiungere la neutralità climatica. Sembrano attività molto lontane dai cittadini, ma in realtà grazie a uno di questi progetti abbiamo sviluppato la campagna di comunicazione “Più alberi, meno gelati sciolti” sensibilizzando gli abitanti di borgo Valdocco sull’importanza di avere più verde sotto casa.
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Torino ha una lunga storia industriale e urbanistica. Come si bilancia il recupero del patrimonio storico e architettonico con la necessità di modernizzazione e innovazione degli spazi urbani?
Torino vanta oltre vent’anni di esperienza nel recupero e nella trasformazione delle aree dismesse, un lavoro che ha saputo riattivare e riutilizzare il patrimonio architettonico e industriale della città in chiave contemporanea e innovativa. La città ha selezionato e valorizzato elementi della sua memoria industriale, integrandoli in contesti moderni capaci di rispondere alle esigenze attuali.
Emblematici sono gli interventi guidati dagli atenei: il raddoppio del Politecnico nelle ex officine ferroviarie e il Campus Luigi Einaudi dell’Università realizzato nell’area della vecchia Italgas. A questi si affiancano grandi spazi pubblici come Parco Dora, le pedonalizzazioni del centro e i numerosi esempi di riuso dedicati alla cultura, tra cui le Fondazioni di arte contemporanea, che contribuiscono a ridisegnare il volto della Torino di oggi.
Il concetto di “città dei 15 minuti” sta guadagnando popolarità a livello globale. È una tendenza reale che si può adattare a ogni realtà urbana?
La nostra vita è molto più di ciò che si può raggiungere in quindici minuti; il valore della nostra esistenza non si misura solo in termini di efficienza o rapidità, ma nella profondità delle esperienze, delle relazioni e delle scelte che costruiamo nel tempo e che vivremo nel futuro.
Mi spiego meglio: con “Voci di Quartiere” nel 2024 abbiamo percorso con Urban Lab più di 400 km per i quartieri di Torino raccogliendo la voce di chi vive e frequenta la città per sapere cosa ne pensa dei servizi e degli spazi pubblici. Abbiamo scoperto tante cose: a Torino i quartieri sono piccole città, dove il senso di appartenenza e identità è molto forte, dove gli abitanti vogliono poter accedere ai servizi di prima necessità: scuola, farmacia, mercato, commercio al dettaglio, verde, parco giochi.
Allo stesso tempo, desiderano potersi muovere rapidamente e comodamente verso altri quartieri: per andare allo stadio, assistere a un concerto, visitare un amico, passeggiare in centro o scegliere l’ospedale più adatto, indipendentemente dalla distanza. Anche in questo caso, il tema è strettamente legato alla mobilità: emerge una forte domanda di accessibilità, intermodalità ed efficienza nei trasporti pubblici.