L’evoluzione della formazione aziendale non è più (solo) una questione di aggiornamento tecnologico o di modernizzazione dei metodi didattici. È diventata una sfida sistemica, che coinvolge aziende, istituzioni educative e società intera. Lo studio Nuovi Scenari di Apprendimento, condotto da Skilla e InContatto, delinea un panorama di trasformazioni profonde che caratterizzeranno il settore entro il 2035. Non si tratta di semplici tendenze, ma di scenari articolati che emergono dalla combinazione di tecnologie avanzate, evoluzione sociale e nuove modalità di apprendimento. Ogni scenario porta con sé opportunità, ma anche sfide che richiederanno un ripensamento dei modelli organizzativi e delle strategie di sviluppo del capitale umano. Ecco i punto più importanti emersi.
Benessere individuale e sociale
Nel futuro della formazione, la parola chiave sarà benessere. Le aziende smetteranno di essere solo luoghi di lavoro per diventare veri e propri ecosistemi di crescita personale e professionale. Formare le persone non significherà più solo insegnare competenze tecniche, ma anche supportarle nel loro sviluppo emotivo e sociale. Parliamo di percorsi formativi che integrano temi come la sostenibilità, la gestione dello stress, il bilanciamento tra vita e lavoro e la consapevolezza personale. L’idea, dunque, è quella di creare ambienti in cui le persone possano sentirsi valorizzate, sostenute e ispirate.
Esperienze che restano
L’apprendimento che funziona davvero è quello che tocca corde profonde. In futuro, la formazione sarà un viaggio emotivo fatto di esperienze immersive e coinvolgenti. Le aziende progetteranno percorsi che mescolano storytelling, simulazioni reali e ambienti interattivi per stimolare la memoria emozionale. Perché? Perché le emozioni rafforzano l’apprendimento. Più una persona è coinvolta a livello emotivo, più quello che impara le rimane impresso e diventa parte del proprio bagaglio.
AI che diventa un coach
Dimentichiamo le vecchie piattaforme di e-learning. Nel 2035, l’intelligenza artificiale e le tecnologie immersive saranno le vere protagoniste della formazione aziendale. Tutor digitali che sanno cosa ci serve ancora prima che lo chiediamo, simulatori in realtà virtuale per vivere situazioni complesse e piattaforme intelligenti che creano percorsi su misura. Non sarà fantascienza, ma il quotidiano. L’unica vera sfida: assicurarsi che la tecnologia rimanga un mezzo e non diventi un fine. L’equilibrio tra umano e digitale sarà fondamentale.
Empatia Tech
Nonostante il boom tecnologico, l’elemento umano non passerà mai di moda. L’apprendimento del futuro sarà digitale, ovvio, ma sempre orientato alla persona. Il ruolo dei formatori evolverà, diventando quello di facilitatori, coach e mentori capaci di coniugare empatia e tecnologia. Sarà una formazione “doppio binario”: da una parte l’efficienza e la precisione degli strumenti digitali, dall’altra il calore umano delle relazioni dirette. È da questo mix che nasceranno esperienze davvero significative.
Niente più corsi standard
Stop alle formazioni uguali per tutti. La parola d’ordine sarà personalizzazione. I percorsi formativi saranno flessibili, costruiti su misura per ogni persona in base alle sue competenze, ai suoi bisogni e ai suoi obiettivi. Grazie all’analisi dei dati e all’intelligenza artificiale, i contenuti verranno proposti in modo adattivo, proprio come succede con le playlist personalizzate delle piattaforme di streaming. Ogni persona avrà il suo percorso unico e irripetibile, progettato per massimizzare l’efficacia e il coinvolgimento.
Nuovo ruolo dei formatori
Dimentichiamo il formatore classico, che parla davanti a una platea. Nel futuro, chi insegna avrà il ruolo di guida e ispiratore. Saranno coach, mentori e facilitatori, pronti a costruire esperienze di apprendimento personalizzate che vadano oltre il semplice trasferimento di competenze. Serviranno nuove capacità: dalla progettazione di percorsi immersivi all’uso di tecnologie avanzate, fino alla gestione del cambiamento organizzativo. Il formatore del futuro non sarà un esperto, ma un “designer dell’apprendimento”.
Oltre il profitto
L’ultimo scenario ci porta ancora più lontano. La formazione non sarà più considerata solo un investimento strategico per le aziende, ma un vero bene sociale. Significa pensare alla crescita delle persone non solo per aumentare la produttività, ma per costruire una società più equa, inclusiva e sostenibile. Le aziende diventeranno attori del cambiamento sociale, sostenendo progetti di sviluppo delle competenze a livello globale, creando reti di conoscenza e promuovendo valori come giustizia sociale, sostenibilità e pari opportunità.