Facciamo un passo indietro. È il 2018. Mark Zuckerberg si presenta davanti al Congresso degli Stati Uniti per rispondere alle domande sullo scandalo Cambridge Analytica. Ma mentre il fondatore di Facebook cercava di difendersi dalle accuse, l’attenzione online si concentrava su tutt’altro: il suo aspetto. Centinaia di meme ironizzavano sul suo stile impacciato, il look fin troppo pulito e il suo modo di bere acqua da “robot”. Uno dei punti più bassi del suo stile, viene detto.
Adesso torniamo ai giorni nostri. Zuckerberg sembra un uomo nuovo. Addio alle t-shirt grigie e ai jeans anonimi che per anni hanno rappresentato l’uniforme di Silicon Valley, in un tiepido tentativo di emulare la “semplicità iconica” di Steve Jobs. Al loro posto, il CEO di Meta ha sfoggiato un nuovo look: pelle perennemente abbronzata, ricci ribelli e collane d’oro, inclusa una catenina epica regalatagli dal rapper T-Pain. Questo “tech bro glow-up” è stato accompagnato da una nuova attenzione per la moda maschile (e da una predilezione per orologi di nicchia).
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Fino a qualche mese fa la moda corporate, la “corpcore”, era ovunque. Serie TV come Industry, Severance e Succession hanno riportato l’abbigliamento business al centro dell’attenzione. Ma è evidente che i tagli di capelli severi e gli abiti spenti del passato non bastano più per i capi della Silicon Valley.
Insomma, una lenta ma significativa trasformazione culturale ha iniziato a muovere i suoi passi nel mondo tech. Spinti dalle critiche per il loro look da “studenti universitari fuori corso” e dalla libertà offerta dal lavoro ibrido post-pandemia, i lavoratori del settore hanno iniziato a investire somme considerevoli in consulenti di moda. Persino i brand associati al lusso discreto di Succession, come Loro Piana, hanno dimostrato una chiara volontà di abbracciare una moda più espressiva, che lasci trasparire la personalità individuale. È il cosiddetto Quiet Luxury.
Il fenomeno è esploso nel discorso mainstream lo scorso anno, grazie anche a contenuti virali come il tormentone TikTok Man in Finance. E tra i tanti, l’account Instagram Midtown Uniform ha messo sotto i riflettori le tendenze dell’abbigliamento maschile nei settori tech e finance.
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Per Zuckerberg, questa trasformazione non è solo una questione di stile, ma una necessità strategica. Negli ultimi tempi, Meta ha affrontato critiche pesanti: dal Tech Oversight Project per gli annunci politici potenzialmente dannosi, alla scommessa fallimentare sul Metaverso nel 2021, fino alle accuse per scelte aziendali controverse. Inoltre, come sappiamo, Meta è stata accusata di allinearsi agli interessi di Trump, con la riduzione delle politiche DE&I (ovvero diversity, equity, and inclusion) e l’abbandono di strumenti essenziali di fact-checking.
La sua immagine pubblica richiede una ristrutturazione totale.
Ma Zuckerberg non è solo. L’ascesa dell’”estetica bro” nella tecnologia riflette un cambiamento più ampio: il modo in cui un leader si presenta al pubblico è ormai parte integrante della sua strategia di comunicazione. Il boom della Gen Z e il loro desiderio di autenticà hanno reso lo stile personale un asset fondamentale per chiunque voglia restare culturalmente rilevante.
I look tshirt grigia/jeans o felpa/sneaker sono ormai un ricordo del passato.
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Oggi, l’estetica di un leader non è solo una questione di gusto personale, ma un asset comunicativo che può fare la differenza nella percezione pubblica e nel successo aziendale. Nel caso di Zuckerberg, il nuovo look sembra averlo reso più “umano”, contribuendo a una narrazione più favorevole attorno alla sua figura. Questa strategia si rivela particolarmente utile quando un CEO vuole apparire più accessibile e vicino al pubblico.
Ma come abbiamo accennato, la trasformazione estetica di Zuckerberg si inserisce in un trend più ampio: la crescente importanza dell’immagine pubblica per i leader della Silicon Valley (li abbiamo visti tutti a corte del Presidente, no?). Bezos, ad esempio, ha subito una metamorfosi simile, passando dall’essere un imprenditore ordinario a un chad dal fisico scolpito, con t-shirt aderenti e cappelli da cowboy.
Alcuni lo vedono come un classico caso di crisi di mezza età, ma di certo ha migliorato la sua immagine, tanto da finire persino su Vogue.