In un’epoca in cui la parola “innovazione” viene usata con la stessa frequenza con cui aggiorniamo i nostri feed, è facile dimenticare che la vera trasformazione non nasce sempre da schermi, cruscotti digitali o sessioni di brainstorming aziendale. A volte, inizia nella foresta. In silenzio. Lentamente. Sottoterra.
È questo il mondo di Jess Jorgensen, stratega, ricercatrice e consulente di foresight, che da oltre vent’anni aiuta più di 200 brand globali a connettersi in modo autentico con le persone e la cultura. Ma dopo anni nel vortice della brand strategy, ha iniziato a sentire un richiamo più profondo: il desiderio di lavorare non solo per le persone e il pianeta, ma con loro.
La sua risposta? I funghi. O, più precisamente: i funghi come modello di innovazione, pensiero sistemico e futuri rigenerativi.
Jess ha intrapreso un tour mondiale di ricerca sui funghi – un viaggio che l’ha portata fuori dalle sale riunioni e dentro ai boschi, ai laboratori, ai campi, alle stanze di fermentazione. Lì ha studiato come i funghi si connettano, si adattino e prosperino – non come individui, ma come ecosistemi complessi e interdipendenti. Non era solo scienza affascinante. Era un vero e proprio schema per ripensare il business.
Quel viaggio è diventato il seme di Sporesight, la società di consulenza fondata da Jess per integrare l’intelligenza fungina e il pensiero anticipatorio nella strategia aziendale. Sporesight non si limita a parlare di natura – funziona come la natura. Reti decentralizzate di collaboratori (proprio come il micelio – ndr: l’apparato vegetativo dei funghi, simile alle radici delle piante), tariffe flessibili basate sul valore reciproco, e vere e proprie “spedizioni sul campo” in cui i clienti vanno nei boschi per incontrare i funghi e gli esperti di funghi – non solo metafore, ma metodi.
L’approccio di Jess è una boccata d’aria radicale. Non crede nei concorrenti, solo nei collaboratori. Vede l’innovazione come qualcosa che cresce attraverso la reciprocità, non l’estrazione. Invita le aziende a rallentare, ad accordarsi con la terra, la cultura, la comunità, i ritmi profondi che i funghi seguono da millenni.
Jess è anche Vicepresidente del consiglio della Hodari Foundation e porta con sé un approccio olistico e interdisciplinare in tutto ciò che fa – dalla ricerca etnografica alla mappatura degli insight, dal cambiamento sistemico all’impatto sociale.
In un momento in cui il “business as usual” appare sempre più insostenibile – e poco ispirato –, Jess ci invita a pensare in modo diverso. A radicarci nella complessità. A costruire resilienza dal basso. A immaginare futuri più intrecciati, più etici, più vivi.
Abbiamo parlato con lei delle lezioni che si nascondono nei boschi, del perché i funghi sono i veri futuristi, e di come sta usando strategie basate sulle spore per far crescere qualcosa di completamente nuovo.

Benvenuta, Jess. Sei passata dal mondo classico delle strategie e degli insight aziendali alla fondazione di Sporesight, dove i funghi hanno un ruolo centrale. Ci racconti il momento di svolta, il tuo “aha moment”, in cui hai deciso di intrecciare la micologia con il foresight per il business?
Grazie, Alice. Il mio “aha moment” è stato incontrare il micelio. Solo il suono della parola “miceliummmm” mi ha fatto vibrare lo stomaco… perché in quel momento ho visto chiaramente quanto sia fondamentale per la sopravvivenza della natura, in quanto connette e sostiene gli ecosistemi.
Ho avuto il privilegio di crescere tra le montagne del Western Cape, circondata dal fynbos sudafricano, e da sempre rifletto sul distacco tra esseri umani e natura. La società oggi tende a considerarci separati dalla natura, superiori, più intelligenti… Una visione egocentrica che porta al dominio, alla domesticazione, all’estrazione, alla distruzione. Ma noi siamo natura. E nel distruggere l’ambiente, distruggiamo noi stessi.
Incontrare il micelio mi ha portato a credere che la natura meriti un posto in ogni sala riunioni, e che possa arrivarci attraverso il micelio. È il fondamento della vita, delle società, delle economie… come potrebbe non esserlo? Questa è stata la prima spora di Sporesight.
I funghi sono noti per le loro proprietà rigenerative. In che modo incorpori questo concetto nelle pratiche di consulenza di Sporesight per promuovere la sostenibilità all’interno delle organizzazioni con cui lavori?
Che bella domanda, sono felice che tu me l’abbia fatta — è un tema che mi diverte molto! In Sporesight guardiamo all’intero spettro della sostenibilità: dal net-zero alla rigenerazione. Anche i funghi operano su uno spettro: non sono solo i più grandi decompositori della natura, ma anche rigenerativi e catturatori di carbonio.
Dopo aver esplorato insieme ai nostri clienti scenari futuri, introduciamo un fungi framework — un modello ispirato ai funghi — per accendere iniziative e azioni concrete. Ti faccio tre esempi rapidi:
I funghi sono “net zero”, perché scompongono completamente la materia organica, senza lasciare rifiuti. Come può un brand di streetwear creare giacche in pelle a base di micelio? Oppure un’azienda di largo consumo sviluppare packaging in micelio, che si decompone naturalmente?
I funghi sono rigenerativi, rinnovano le foreste trasformando detriti organici in terreni fertili da cui nasce nuova vita vegetale. Come può un’azienda di bevande approvvigionarsi da agricoltura rigenerativa, un po’ come fa Patagonia?
I funghi sono pozzi di carbonio, perché i funghi micorrizici aiutano le piante a catturare e immagazzinare il carbonio nel suolo. Come può una caffetteria usare pannelli in micelio sulla propria facciata, che assorbono CO₂ durante la produzione? Il mio esempio preferito è la facciata in micelio dello studio italiano Furf Design per il Crema Lab Café in Brasile. In Italia stanno nascendo tantissime innovazioni interessanti sul micelio!
Il tuo modello di pricing prevede una scala mobile per garantire accessibilità. In che modo questo approccio ha influenzato la diversità dei clienti con cui lavori, e quali intuizioni hai tratto dal servire un bacino così variegato?
In realtà non lo abbiamo ancora messo pienamente in pratica, ma è un progetto che ci entusiasma molto! La ricerca di mercato e il foresight strategico applicato possono portare a una crescita esponenziale, ma spesso sono economicamente inaccessibili per startup e PMI, che non hanno i budget delle grandi aziende.
Il nostro modello invita le aziende del mondo dei funghi ad accedere al foresight in modo collettivo: invece di consulenze su misura e costose, proponiamo un buy-in condiviso, dove il costo viene ripartito tra più realtà del settore (che spaziano dal food a base di funghi e coltivatori, ai materiali come packaging e pelle in micelio, fino al benessere, agli integratori funzionali, bevande e snack ai funghi, e molto altro).
Il mio sogno è incoraggiare la collaborazione al posto della competizione: immagina se aziende concorrenti potessero definire insieme ruoli strategici unici e reciprocamente vantaggiosi nei propri settori! Avvieremo il primo test del modello in Europa e nel Regno Unito con il nostro primo Spore-report dedicato ai Nostri Futuri Fungini, in uscita tra maggio e giugno. Incrociamo le dita!
I funghi hanno un modo unico di connettere gli ecosistemi. In che modo tracci dei parallelismi tra le reti fungine e le strutture organizzative umane, per aumentare la connettività e la resilienza nelle aziende?
Il micelio non ha un cervello, né un organismo centrale, né un centro operativo o una “capitale”. Le decisioni sono decentralizzate – vengono prese ovunque, contemporaneamente. Le reti miceliali distribuiscono risorse su grandi distanze, garantendo la sopravvivenza anche quando alcune parti vengono danneggiate.
Questa decentralizzazione può essere potentissima anche nelle organizzazioni.
Immagina se le aziende avessero il coraggio di permettere centri di informazione a ogni livello e in ogni punto della struttura?
Dare potere decisionale alle persone a tutti i livelli può portare a scelte più agili e reattive rispetto al classico controllo top-down. Spotify e Haier, ad esempio, utilizzano team autonomi (chiamati “squadre” o “micro-imprese”) per prendere decisioni rapide, guidate dai dati, senza colli di bottiglia.
Come abbiamo già ricordato, il tuo percorso ha incluso un tour mondiale di ricerca sui funghi. Qual è stata la lezione più sorprendente che hai imparato dai funghi e che le aziende possono applicare per affrontare le incertezze di oggi?
Se i funghi possono crescere dalla cacca, anche i tuoi insight possono farlo. Ahah! Scherzo… anche se in effetti è un bel promemoria! La lezione più sorprendente, in realtà, è stata quanto possa essere semplice – e al tempo stesso fondamentale – operare in modo rigenerativo. Nutrire, non depredare. Agire con reciprocità, non con estrazione. Questi modi di lavorare non sono fuori portata, né troppo complessi o costosi per le aziende. Possiamo tutti diventare un po’ più “fungini” e contribuire a un mondo in cui profitto ed etica coesistono.
E infine, guardando al futuro, come immagini che i principi dell’intelligenza fungina possano trasformare le strategie aziendali e lo sviluppo organizzativo nei prossimi dieci anni?
Man mano che i consumatori rifiutano sempre più il capitalismo estrattivo, ci aspetta un futuro prossimo davvero interessante. Nel nostro report Our Fungal Futures esploreremo nel dettaglio possibili scenari miceliali futuri, analizzando come le aziende si troveranno ad affrontare un ambiente dominato da crescita, disciplina, trasformazione… o collasso. Se un’organizzazione prende coscienza del proprio potere di plasmare il futuro, invece di subirlo, il mio augurio è che scelga di diventare più fungina — e che opti per una trasformazione rigenerativa, per evitare il collasso.