Scuro Chiaro

ePuja in India: quando la preghiera è da remoto

Mentre la vita di tutti i giorni diventa sempre più frenetica, molti indiani si ritrovano senza il tempo di visitare templi lontani per adempiere ai loro doveri religiosi. È in questo contesto che nasce ePuja, un portale che consente loro di esternalizzare questi impegni ordinando le cerimonie di culto online e facendole fare al posto loro direttamente al tempio. Un’app mobile che consente a una popolazione sempre più in mobilità di mantenere una connessione con la propria cultura, ma non solo, perché non è limitata agli indù: circa il 20% delle cerimonie è richiesto da non credenti come svela The Atlantic. Uno dei più gettonati? Il “dosha-clearing”, la pulizia degli effetti dannosi del cattivo allineamento stellare. La piattaforma Shubhpuja propone persino coordinare pandit (sacerdoti) per eseguire puja nelle case della gente nell’area di Delhi oppure via Skype: una sorta di Uber per la religione.

Alabaster: la Bibbia reinventata per i nativi digitali

Alabaster non ha riscritto le Scritture, ma ha reinventato la Bibbia per l’Instagram season che stiamo vivendo. Grazie all’intersezione tra creatività e fede, e tra fotografia meditativa e citazioni epiche, il lavoro che sta conducendo la casa editrice solletica l’appetito della generazione Y, i Millennial, per promuovere una sorta di auto-cura spirituale. Alabaster offre infatti innanzitutto un approccio estetico alla fede, dimostrando di aver capito come chi oggi ha tra i 30 e i 40 anni, e più che la preghiera e la spiritualità, cerca belle immagini sui feed dei social media e oggetti di design per la casa che dicano qualcosa sulla loro identità.

Il boom dei meme che raccontano la cristianità

I meme ormai fanno parte del linguaggio quotidiano online di tutti. Tutti davvero, cristiani compresi, che li usano per raccontare il loro credo. Con il crollo delle presenze in chiesa, che siano proprio i meme a giocare un ruolo nella vita religiosa dei più giovani? I meme stanno permettendo ai cristiani di (ri)presentare la propria identità religiosa? Senza dubbio, anche questo fenomeno è una prova dell’evoluzione del linguaggio digitale. Prendiamo Reddit: la sottocategoria /dankchristianmemes dedicata ai meme sui cristiani e per i cristiani conta più di 500.000 iscritti. Si tratta di uno spazio ludico che spesso vede i creatori prendere in giro se stessi, rimanendo però sempre intrinsecamente fedeli ai temi religiosi. In questo articolo ne troverete alcuni di esempio. Il meme aiuta a sdrammatizzare la fede, e i giovani fedeli non hanno alcun problema a utilizzare il tono e l’irriverenza dell’era di Internet. Chi ha detto che la cultura pop non possa sposarsi con la religione?

Sikhismo in Australia: l’Accademia del Turbante

L’etimologia della parola sikhismo ha le sue radici nella parola sikh, he significa “discepolo”. La religione si basa su tre principi piuttosto semplici: ricordare il Creatore in ogni momento, guadagnare lavorando in modo onesto, e condividere il guadagno. Per insegnare questi principi ai bambini sikh e agli australiani non sikh, l’australiano-indiano Tejpartap Singh usa un oggetto narrativo interessante: il turbante. E così con questo fine, ha creato la Turban Academy, l’Accademia del Turbante. Una scuola particolare, insomma, dove si insegna sia a uomini che a donne come indossare i turbanti, un capo di abbigliamento tradizionalmente indossato solo da uomini sikh, così da aiutare le persone di mettersi in contatto al meglio con la propria religione e per promuovere l’uguaglianza di genere (e proteggere i capelli non tagliati).

Quando anche i cimiteri diventano un’attrazione turistica

Grazie all’aumento dell’interesse per il turismo in chiave dark a livello globale, anche i cimiteri storici di tutta Australia si stanno trasformando da spazi pubblici per cittadini a veri e propri luoghi di interesse per visitatori. Tra questo, c’è il Melbourne General Cemetery. I tour notturni costano 25 dollari e si svolgono il venerdì notte, durante le lune piene. Benchè gli eventi serali rimangano l’attrazione principale, il cimitero, organizza anche escursioni diurne, consolidandosi anche come un parco da picnic. Il segmento del cosiddetto dark tourism non conosce confini geografici (e buongusto, a volte); in fondo mete come Auschwitz, Ground Zero, i campi di sterminio cambogiani attirano visitatori da tutto il mondo anche per il loro significato storico, oltre che per una morbosa curiosità macabra. Non per niente su Netflix, ha riscosso parecchio successo la serie Dark Tourist.

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