Scuro Chiaro

È una delle mode emergenti del momento: l’estetica Y3K della Gen Z immagina l’anno 3000 attraverso la lente nostalgica del retrofuturismo Y2K, tenendo insieme passato e futuro, nonché reinterpretando gli elementi tecnologici e culturali degli anni 2000 per creare una visione futuristica e innovativa.

La distanza dall’estetica Y2K

In questi anni la Generazione Z sta raggiungendo la maturità in un mondo in cui i confini tra digitale e fisico si fanno sempre più sfumati, e dove la nostalgia si scontra con la tecnologia proiettata verso il futuro. Se per altre generazioni questo scenario potrebbe creare un paesaggio culturale segnato dalla tensione tra forze opposte, gi Z dimostrano di essere estremamente a proprio agio. Ed è anche per questo motivo che in molti stanno sposando una nuova estetica capace di mescolare la giocosa nostalgia del Y2K con le visioni audaci dell’anno 3000. Il risultato? Un trend retrofuturistico che rende omaggio al passato e che cattura l’immaginazione di una generazione desiderosa di definire la propria narrazione e identità in un’era sempre più digitale.

Nata nell’Asia orientale, l’estetica Y3K trae ispirazione da influencer e star del K-pop come Lisa delle Blackpink e l’altro gruppo femminile Aespa, che fondono moda contemporanea con elementi di fantascienza e visioni ispirate ai videogiochi. Per avere dei riferimenti, possiamo pensarla come una ars combinatoria tra cyberpunk, steampunk e Y2K: toni metallici, neon, occhiali avvolgenti, vestiti lavati con acidi, pantaloni da lavoro, cappotti in vinile. E non manca un tocco di AI, per arricchire le foto dei loro outfit con filtri futuristici – o, come nel caso delle Aespa, persino gioielli olografici. La Y3K ha preso d’assalto i social negli ultimi mesi: su TikTok l’hashtag #Y3K ha oltre 417 milioni di post; Pinterest questa estate ha registrato un aumento del 6.030% nelle ricerche di “outfit Y3K”; su Depop le ricerche di “Y3K” sono aumentate del 250% dall’inizio dell’anno.

Qual è il significato profondo

Ne avevamo già parlato qui anni fa. Internet è diventato un terreno fertile per una vasta gamma di estetiche e microtendenze definite come #cores, ognuna delle quali segnala un cambiamento culturale tra le generazioni più giovani. Come anche Irene Francalanci aveva raccontato su BUNS, i microtrend modellano e riflettono le identità e le ideologie diverse della Gen Z. Le estetiche hanno molto a che fare anche con il dare etichette a una parte della propria identità.

L’estetica Y3K, con la sua visione futuristica di fine millennio, aiuta i giovani della Gen Z a bilanciare il desiderio per il passato con l’emozione (o l’ansia) verso il futuro. È un modo, insomma, di esplorare un futuro immaginato, pur rimanendo ancorati a un passato che con tutta probabilità non hanno nemmeno mai vissuto.

Stiamo navigando in un mondo dove le tecnologie che un tempo sembravano futuristiche sono diventate parte integrante della vita quotidiana. In risposta a una naturale duplice sensazione di ansia e accettazione di un panorama digitale in rapida evoluzione, la tendenza Y3K offre ai ragazzi un modo per controllare la loro visione del futuro e per dare un senso al mondo che hanno ereditato.

Luigi Serafini, il papà del retrofutirstico e voluminoso Codex Seraphinianus, qualcosa aveva intercettato rispetto alla combinazione tra passato e futuro.

Il riciclo di elementi già esistenti

Il desiderio di semplicità e autenticità – soprattutto post pandemico – ha portato le generazioni più giovani a scavare nel passato alla ricerca di riferimenti culturali, coltivando una sorta di “fauxstalgia” attraverso vecchie tecnologie e icone pop. Il fenomeno è evidente anche in estetiche come il Frutiger Aero, che incarna l’affetto per la tecnologia digitale primitiva in un’epoca di innovazioni frenetiche. Ispirato a Windows Aero, il tema dell’interfaccia di Windows Vista, e ad Adrian Frutiger, noto per le interfacce informatiche e i font dal 2005 al 2013, l’estetica presenta toni di blu e verde, bolle e gocce d’acqua, accompagnati da suoni come i segnali di avvio di Windows, i jingle del Nintendo Wii e i bing di Android.

L’estetica Y3K si basa proprio su queste fondamenta nostalgiche e arrivano fino alle passerelle. Per esempio, i modelli nella collezione di Chet Lo alla London Fashion Week hanno sfoggiato lingue al neon; e anche le sfilate di Diesel, Valentino e Natasha Zinko hanno recentemente presentato modelli con pelle cromata metallica. Se state cercando un approfondimento, lo trovate qui.

La bellezza alternativa ai canoni standard patinati ha sempre fatto parte del panorama culturale, ma oggi è più accessibile che mai. Un segnale sono i tutorial Y3K che stanno spopolando su piattaforme come TikTok e YouTube, tra ombretti metallici, eyeliner futuristici, finiture olografiche e dettagli con strass. Visionari come la make-up artist Isamaya Ffrench stanno ridefinendo i confini tra il lusso e l’avanguardia, trasformando i volti in vere e proprie tele da colorare. Il suo omonimo marchio di bellezza ha come slogan qualcosa che suona come la “bellezza d’impatto per chi non vuole conformarsi“.

Le nuove generazioni attribuiscono grande valore all’espressione di sé e cercano riferimenti che rispecchino le loro convinzioni e che le aiutino a dare voce alle proprie identità. Non c’è niente di nuovo sotto la luce del sole. Le estetiche stesse sono il risultato di un riciclo di elementi che esistono già nella cultura popolare. Due esempi bizzarri? Il “ragazzo ricco e kitsch” e la “ragazza che ama i cavalli“.

Consigli di lettura